Covid, Manfredi: “Smart working in Parlamento? Si sta discutendo”

Il governo è al lavoro su nuove strette per limitare ulteriormente i contagi Covid. Emerge la questione smart working, anche per i lavori in Parlamento. Intanto il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi fa sapere: “Si sta discutendo dell’opportunità di attivare il telelavoro anche per i parlamentari”.

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(Foto di Filippo Alfero, da Getty Images)

Al centro dell’attenzione dei rappresentanti politici, oltre alle norme del nuovo Dpcm, anche la possibile introduzione dello smart working in Parlamento. A far avanzare l’ipotesi, i recenti contagi da coronavirus registrati tra i deputati. Tra gli ultimi contagiati anche Maurizio Lupi, leader di Noi con l’Italia, che fa sapere: “Per il momento mi sento bene, non ho alcun sintomo e sono pronto a iniziare la mia quarantena in casa qui a Roma”. Tra i positivi anche Alessandra Ermellino (ex M5s, ora nel Misto), Davide Crippa del M5S, Francesco Lollobrigida di FdI e Mariastella Gelmini di Fi. E ancora i deputati di Forza Italia Maria Spena, Diego Sozzani e Federica Zanella. Ora, quindi, la proposta sarebbe al vaglio “delle due Camere”, come confermato dal ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi: “Nell’autonomia delle due Camere si sta discutendo dell’opportunità di attivare il telelavoro anche per i parlamentari. in condizioni straordinarie ci vogliono strumenti straordinari”. L’opposizione, intanto, spinge per sospendere i lavori in Parlamento per la prossima settimana. Riccardo Molinari della Lega fa sapere: “Noi capigruppo di opposizione siamo tutti in quarantena fiduciaria, anche io che ho tampone negativo. Per questa ragione abbiamo chiesto di non esaminare la prossima settimana una legge importante come la legge Zan sull’omofobia, per consentire un dibattito ampio quando saremo presenti”. A proposito delle nuove misure restrittive che riguarderanno tutti i cittadini sul territorio nazionale, invece, il ministro Manfredi aggiunge: “Sicuramente ci saranno degli interventi che seguiranno il principio di cui ha già parlato anche il presidente del Consiglio”. Gli interventi seguiranno “una proporzionalità nelle azioni rispetto alla necessità di garantire la sicurezza sanitaria”.


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(Foto di Kenzo di Tribouillard, da Getty Images)

Intanto emergono le prime indiscrezioni sul possibile contenuto del prossimo Dpcm. A dare un’anticipazione è lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza che, durante il vertice governo-Regioni sull’emergenza Covid-19, ha affermato: “Lavoriamo insieme sui trasporti. Serve una mossa netta sullo smart working, direi di arrivare anche al 70-75%”. Poi ancora: “Se guardo i numeri degli altri Paesi le nuove misure sono necessarie per evitare di arrivare a quei livelli. Ieri sera nella riunione notturna sul Covid abbiamo deciso di lavorare su un nuovo Dpcm condividendo con voi le misure, raccogliendo vostre osservazioni e indicazioni del Cts”. L’idea di base “è l’irrigidimento delle misure con una distinzione di base tra attività essenziali e non essenziali perché abbiamo necessità di limitare i contagi. Interveniamo adesso con più forza sulle cose non essenziali per evitare di dover incidere domani sull’essenziale che per il governo è rappresentato da lavoro e scuola. Se decidiamo come governo di chiedere a qualche comparto di cessare o limitare le proprie attività ci facciamo carico del ristoro”.


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Filtrano allora alcune possibili ipotesi sulle misure che verranno varate tra domenica e lunedì. Si discute a proposito di una sorta di coprifuoco alle 22:00 in tutta Italia, legato alla chiusura anticipata di tutti i locali pubblici: non un duro lockdown ma una misura mirata a ridurre drasticamente la movida. Spunta anche il rafforzamento dello smart working e il tentativo di tenere le scuole aperte grazie a un miglioramento degli orari scaglionati. Insomma, sembra esser esclusa al momento la chiusura tout court delle scuole, nonostante i pareri del comitato tecnico-scientifico, che sarebbe favorevole almeno per le scuole superiori.

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