25 novembre, donne che tentano il destino via mare: 10 mila sono vittime di tratta

Le donne che arrivano via mare rappresentano il 9,9% dei migranti sbarcati. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati lancia l’allarme: la totalità delle donne migranti provenienti dall’Africa hanno nel loro viaggio subito una qualche forma di violenza.

La violenza sulle donne è una piaga universale che colpisce il mondo intero. Il fenomeno è ampio e complesso, nonostante gli svariati tentativi di distruggerlo avanzato in questi anni da parte di media, pubblicità, autorità, personaggi noti. Un problema che colpisce in maniera grave le donne degli Stati moderni, avanzati, dell’Occidente. Ma anche e soprattutto quelle dei paesi più poveri. Ad oggi le donne migranti che arrivano via mare rappresentano il 9,9% dei migranti sbarcati. Secondo una ricerca del Progetto SWIM – Safe Women in Migration, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea 2014-2020 –  quasi la totalità delle donne migranti provenienti dall’Africa hanno nel loro viaggio subito una qualche forma di violenza.

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L’allarme è stato lanciato anche da Carlotta Sami, portavoce di Unhcr, l’Agenzia Onu delle Nazioni Unite, su Il Sole 24 ore. “Le donne richiedenti asilo e rifugiate sono a grandissimo rischio di violenza di genere. Quando arrivano spesso hanno già subito una catena di abusi e sfruttamento. Il rischio più grande è l’uscita dai percorsi di istruzione per diventare spose bambine”, ha riferito la portavoce. Un’altra piaga è la pratica di compra vendita. Sembra che, negli ultimi due anni, sono state più di 10 mila le donne classificate come vittime di tratta, con un trend di crescita. Lo sfruttamento è sessuale, nella maggior parte di casi; ma ance lavorativo. Tra l’altro un effetto della pandemia ha colpito proprio le ragazze rifugiate e le richiedenti asilo, dal momento che si è verificato un incremento delle denunce di violenza domestica.

Le rifugiate sono le più colpite dalla violenza contro le donne e il viaggio verso l’Europa diventa un viaggio di speranza, ma anche di terrore e violenza. Molte, appena sbarcate, restano comunque in balia dei loro carnefici e sono costrette a prostituirsi. L’emancipazione, per le vittime, è impossibile a causa dei problemi linguistici, culturali, impossibilità pratiche ed economiche. E la violenza poggia su questi malesseri; se ne nutre e li consuma.

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