C’è Posta per Te, lettera pubblica contro Maria De Filippi: “Mortificazione e tristezza”

Scoppia la bufera a C’è Posta Per Te, dopo la lettera pubblicata da parte di un movimento che opera a sostegno delle persone disabili.

Non è minimamente piaciuto l’operato della redazione di C’è Posta Per te lo scorso sabato. A testimoniarlo, con una lunga lettera, è Special Olympics, movimento sportivo che opera nel mondo e in Italia in favore di persone con disabilità. Secondo l’organizzazione, che punta fortemente il dito nei confronti della redazione, la sindrome di Down è stata resa spettacolo a favore del pubblico. I fatti, da quello che leggiamo nella lettera pubblicata sullepagine ufficiali social dell’associazione, raccontano di “una trasmissione che rischia di collocare in un modo non corretto un tema così importante”.  A redigere il documento è Alessandra Palazzotti, direttrice Nazionale di Special Olympics. La focale della questione, secondo la direttrice, è la gestione comunicativa totalmente sbagliata mescolata a un copione redazionale che ha puntato su clichè e luoghi comuni. “La trasmissione rischia di collocare in un modo non corretto” la tematica poiché, “relativamente al mondo della disabilità, invita sempre e solo persone con la sindrome di Down, facendo quasi pensare che la disabilità intellettiva sia solo quella, ma è solo il 5%. Di sindromi neo natali ne abbiamo più di 250 e la disabilità intellettiva è più vasta e varia di quanto si possa pensare.”

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 C’è Posta per Te cosa rischia?

Una lettera scritta in maniera esaustiva e che mette in chiaro i punti cruciali della questione. La direttrice ha narrato i passaggi farraginosi dell’episodio andato in onda. Gli autori, Maria de Filippi, e tutto lo staff del programma, in silenzio. La questione potrebbe diventare un vero e proprio caso perché il tema è delicato.  Nella lettera è l’organizzazione a chiedere alla redazione e alla conduttrice un civile confronto per fare chiarezza sui fatti. Se da una parte sembrerebbe essere quantomeno inteso il senso del servizio (che ricordiamo metteva in prima fila due ragazzi affetti dalla sindrome di down) dall’altro sembrerebbe una cattiva opera d’informazione. Non sono affatto piaciute le modalità con cui è stato trattato il tema che ne hanno vanificato ogni buon proposito.

La lettera indirizzata a Maria De Filippi

Cercare di fare simpatia con lo stereotipo della persona con la sindrome di Down “tirchia” ed eterna bambina non fa un buon servizio ad uno spicchio di popolazione che di stereotipi è già piena. Se si volesse utilizzare uno stereotipo, e siamo contrari, si potrebbe utilizzare quello delle persone con la sindrome di Down come grandi e infaticabili lavoratori, come delle persone che si impegnano con tutte le loro forze, per esempio, nei compiti che si affidano loro. Sabato sera è stato un momento per alcuni di grande inc…tura e per altri di mortificazione e tristezza”.

Ora serve chiarezza

Crediamo sia fondamentale una risposta da parte degli interessati. Noi crediamo che le persone con disabilità possono e debbano diventare soggetti socialmente attivi e serve dar loro la possibilità di diventarlo. Il dovere di tutti noi è quello di farci carico della loro stessa volontà e di assumerla socialmente, eliminando pregiudizi, luoghi comuni e stereotipi di bassa, bassissima lega.

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