Coronavirus l’incubo sembra non arrestarsi: tendenze ancora confermate ecco tutti i dettagli

Il dato che spaventa di più è quello del numero di contagiati che sarebbe quasi raddoppiato al numero delle persone riscontrate positive nella giornata di ieri.

I dati

Spicca il gran numero di tamponi effettuati sulla popolazione, oltre 38mila, il che significa se non altro la certezza in un senso o nell’altro di dover procedere all’isolamento e alla profilassi per tutta la propria famiglia.

Ma quello che spaventa è soprattutto il numero dei contagiati riscontrati nelle ultime 24 ore: si parla di 2.339 nuovi malati che portano il totale delle persone malate a oltre 119mila contagiati, 19.758 guariti (1480 nelle ultime ventiquattro ore). I decessi sono stati 766, sei in più rispetto a ieri: l’Italia piange 14.681 vittime.

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Quadro drammaticamente stabile

Il numero di guariti sostanzialmente non varia, così come non varia di molto quello dei nuovi contagi che continua a oscillare tra i 2.100 e i 2.400. Impossibile pensare che i dati degli ultimi tre giorni possano rappresentare un trend perché di fatto il trend non c’è. E’ tutto molto stabile con qualche numero appena un po’ più positivo e altri, purtroppo, molto preoccupanti.

Il picco è lontano

Da settimane si parla di picco come se fosse la fine del tunnel e ogni giorno si spiano i dati nella speranza di pensare che questo picco sia ormai stato raggiunto e scavallato. Ma non è così.

E’ vero che le terapie intensive stanno gradualmente flettendosi ma questo non corrisponde al gran numero di nuovi pazienti che continuano a presentare i sintomi e risultare positivi.

Al momento l’unica data certa è quella della scadenza dell’attuale decreto: Per la fase 2 al momento c’è una sola data, quella del 13 aprile, così come annunciato dal presidente del Consiglio” – spiega Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile – alcune mie parole sono state equivocate. Ho solo detto che le misure sono determinate in base all’evoluzione della situazione in atto, perché quello che stiamo fronteggiando è un virus nuovo e non possiamo fare previsioni. Mi dispiace che il mio ragionamento sia stato trasformato in un titolo”.

Abituarsi alle mascherine

A questo punto le mascherine potrebbero diventare uno strumento che dovrà essere usato sempre, da tutti, tutti i giorni: “È uno scenario possibile – ha detto Borrelli – io come vedete non la porto ma indossare la mascherina è un aiuto ma soprattutto una buona abitudine. Gli esperti della parte tecnico-scientifica ci diranno quali saranno le modalità operative della ripresa. Sicuramente le mascherine servono, ma servono soprattutto i comportamenti responsabili. Le mascherine sono ancora un problema, non per i sanitari perché in queste settimane stanno arrivando carichi importanti dall’estero”.

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Coronavirus, Pavia: 100 decessi in un mese nelle case di riposo (GettyImages)

Ma l’Italia le mascherine non le produce

La domanda di mascherine è cresciuta in modo esagerato: “Credo che la domanda sia cresciuta di 20-30 volte, siamo arrivati a 100 milioni di mascherine al mese come fabbisogno del sistema sanitario – dice Borrelli – tutto questo con una realtà nazionale che non aveva la capacità produttiva, le mascherine in Italia non si producecano, ha mandato tutto in tilt. A questo sta lavorando il commissario Arcuri, continuando nella ricerca dell’importazione di mascherine dall’estero, soprattutto sulla base di on accordi bilaterali realizzati con la Cina”.

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