Estorsione al Vaticano, saccheggiati i soldi dei poveri dell’Obolo di S. Pietro | spariti 300 milioni

La figura di Gianluigi Torzi è legata al caso della compravendita dell’immobile a Londra. Le accuse sono di peculato, estorsione e autoriciclaggio. Questa sarebbe la punta dell’iceberg di un giro d’affari di almeno 300 milioni. 

(AP Photo/Riccardo De Luca)

Arriva una svolta nella vicenda che riguarda l’ormai nota compravendita, da parte del Vaticano, di un immobile in quel di Londra. Questa notte, sono state infatti messe le manette ai polsi di Gianluigi Torzi. Si tratta di un broker di origini molisane che è stato interrogato dal Promotore di Giustizia della Città del Vaticano. Al termine dell’interrogatorio, Torzi è stato arrestato proprio per il suo coinvolgimento nella vicenda dell’immobile londinese. Dopo l’arresto, avvenuto in tarda serata, Gianluigi Torzi è stato condotto presso la Caserma del Corpo della Gendarmeria vaticana.

vaticano gianluigi torzi

Sono diverse le accuse con le quali il broker è stato arrestato nella serata di ieri. Le più gravi che sono state contestate sono quelle di estorsione, peculato, truffa aggravata e autoriciclaggio. Una serie di reati che potrebbero portare anche a una detenzione fino a 12 anni. Ci ha pensato come detto l’ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale Vaticano a emettere il mandato di cattura nei confronti di Gianluigi Torzi. Il suo coinvolgimento nella vicenda dell’acquisto dell’immobile di Londra è divenuto fondamentale proprio ai fini delle indagini, partite qualche mese fa.

Lo stabile di Sloane Avenue finito nell’occhio del ciclone – meteoweek.com

Dopo l’arresto di Gianluigi Torzi, lo scandalo che investe il Vaticano potrebbe allargarsi in maniera clamorosa. Stando a quanto si legge su Adnkronos, infatti, si tratterebbe di un affare da oltre 300 milioni di euro, anche se in ballo potrebbero esserci operazioni ben più pesanti sul piano finanziario e non solo. L’acquisto dell’immobile di Sloane Avenue rischia infatti di essere solo la punta dell’iceberg, fermo restando che è stato acquistato a un prezzo triplicato rispetto al suo valore. E la figura di Torzi è quella di riferimento per sbloccare il rapporto tra la Santa Sede e il fondo Athena.

Nel corso di questa vera e propria trattativa, Torzi era riuscito a tenere in pugno la Segreteria di Stato, tanto da effettuare una vera e propria estorsione da 15 milioni di euro. E nel corso delle indagini sono emersi dettagli a dir poco assurdi. In primis il tentativo di effettuare un business in Angola, molto simile a quanto è emerso a Londra. L’operazione che ha fatto storcere il naso riguarda il finanziamento con parte dei soldi destinati all’Obolo di San Pietro. La destinazione di denaro posseduto per il sostegno ad attività caritatevoli, nel confronti di operazioni speculative, è stato il primo passo falso.

Leggi anche -> Nuovi incentivi per la rottamazione: in arrivo uno sconto di 4000 euro

Leggi anche -> Coronavirus, indagine sulla zona rossa: a chi bisogna attribuire le colpe?

Da qui la necessità di indagare sull’acquisto dell’immobile di Londra. Torzi in quel caso aveva fatto da intermediario con la sua società Gutt Sa. Un affare che ha portato allo scontro tra il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e l’ex Sostituto della segreteria, il monsignor Angelo Becciu. Le accuse di Parolin nei confronti di Becciu sono state gravi, anche se poi l’indagine ha stabilito i contorni di questa vicenda a dir poco torbida. Si parla anche di sottoscrizione di obbligazioni ed emissione di bond per 16 milioni, fino a una perdita accertata da 18 milioni per le casse del Vaticano nel solo 2018.

E potrebbe non essere finita qui…

Impostazioni privacy