“Risposta italiana alla crisi rapida e veloce”, dice l’Istat. E arrivano i primi segnali di ripresa

Segni di ripresa nell’economia italiana in seguito al lockdown. I consumi sono aumentati dell’8,2% nel mese di Agosto.

Ci sono dei segnali di ripresa nell’economia italiana, dopo la crisi innescata dal lockdown. La chiusura delle saracinesche e dei negozi per un periodo prolungato di tempo ha condannato quasi a morte moltissimi lavoratori, rimasti improvvisamente senza lavoro e senza sussidi. Un disastro annunciato, un crollo nell’economia e nel Pil: a dirlo è stato l’Istat, le cui stime al riguardo sono state catastrofiche. Il Fondo monetario internazionale, invece, aveva ipotizzato ad aprile una contrazione del 9,1%. L’intera economia mondiale è secondo gli esperti entrata in recessione, con una contrazione del 3% per l’anno in corso. Nel 2021, queste le proiezioni, ci sarà invece un rimbalzo del 5,8%. 

Non era immune dalla crisi l’Italia, per la quale è stato previsto un rimbalzo nel 2021 del  4,8%. Secondo quanto annunciato dal Fondo, tuttavia, la risposta alla crisi dell’Italia è stata rapida e significativa. E oggi, in piena ripresa del contagio, le stime sembrano confermare lievi segnali di ripresa. Ad agosto 2020, per le vendite al dettaglio, si stima un aumento rispetto a luglio dell’8,2% in valore e dell’11,2% in volume. Ad essere incrementate, sono state soprattutto le vendite dei beni non alimentari – +13,8% in valore e +19,2% in volume. In aumento anche quelle dei beni alimentari – +1,6% in valore e +1,7% in volume. Deciso incremento, secondo l’Istat, ha investito il settore dell’abbigliamento, cresciuto su base tendenziale per la prima volta da febbraio 2020. Nel trimestre giugno-agosto 2020, le vendite al dettaglio hanno inoltre registrato un aumento del 22,8% in valore e del 22,4% in volume rispetto al trimestre precedente.

Crollo del turismo

In crisi, invece, il settore del turismo. Veneto, Sicilia, Toscana, Lombardia e Lazio hanno subito, come rende noto l’Istituto Demoskopika, un notevole decremento delle entrate. Si stimano perdite di 3.272 milioni di euro. Capofila il Veneto, che ha visto ridursi gli arrivi di 9,3 milioni, ben -63,3% rispetto al 2019. La Lombardia ha invece subito una contrazione pari a 6,6 milioni di arrivi seguita dalla Toscana, con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi, -59,2%. Non va meglio al Lazio, con una riduzione pari a 4,8 milioni di arrivi, -54,7% e all’Emilia Romagna, con una riduzione pari a 4,6 milioni di arrivi, -52,4%.  “Il governo – denuncia il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – decida se il turismo è davvero un settore strategico per la propria economia. Si attivi a condividere con i portatori di interesse del comparto un unico Piano di ripresa del turismo italiano”. Altrimenti, ha concluso, il danno sarà inevitabile.

 

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