Scambiato per terrorista di Vienna: artigiano veneto finisce sulla stampa estera

Un incubo per un artigiano di 29 anni residente in Veneto: scambiato per il terrorista di Vienna, le sue foto private, prese da Facebook, sono finite sulla stampa estera. Si andrà per vie legali: “Già ricevute minacce. Paura di ritorsioni”.

Kujtim scambiato per il terrorista di Vienna
il 29enne di Riese Kujtim, scambiato per il terrorista di Vienna

La vita si è trasformata in un incubo nel giro di poche ore, per un giovane artigiano di Riese Pio X (in Veneto). Kujtim Fejluzoski è stato infatti costretto a chiudere tutti i suoi profili social dopo che diversi siti d’informazione macedoni e albanesi hanno preso le sue foto scambiandolo erroneamente per il terrorista ucciso dopo gli attacchi di Vienna, in Austria. Galeotti il nome e il cognome simili a quelli dell’aggressore, all’anagrafe Kujtim Fejzulai. A portare la notizia all’attenzione dei media è stato inizialmente Il Gazzettino, per il quale il giovane ha concesso una breve intervista in merito a questo mostruoso equivoco.

Hanno preso le sue foto da Facebook

Si chiama Kujtim Fejluzoski, l’artigiano di Riese Pio X scambiato dai media esteri per l’attentatore di Vienna. Come raccontato dal giovane ai giornalisti, si trovava a lavoro quando il cellulare ha cominciato a squillare all’impazzata, e quando è sopraggiunta la telefonata disperata della madre. Una storia assurda, un malinteso inaspettato, che ha fatto sì che il suo volto finisse su tutti i notiziari e i siti web del Kosovo, della Macedonia e dell’Albania. Le foto sono state prese dai giornalisti attraverso Facebook, che hanno ricercato il nome e cognome dell’attentatore – Kujtim Fejzulai. Per una svista colossale, però, a finire in prima pagina è stato purtroppo Kujtim Fejluzoski.

“Per me è stato un vero incubo: hanno messo le mie foto ovunque dicendo che ero io il responsabile degli attacchi. E come se non bastasse, ho cominciato a ricevere intimidazioni e minacce di ogni tipo su Facebook. Non volevo credere ai miei occhi. Un’assurdità, al di là del fatto che io non centro niente e sono una persona per bene, visto che l’attentatore è morto e io invece sono vivo e vegeto”, ha raccontato preoccupato il giovane al Gazzettino.


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L’incubo è iniziato lunedì sera, giorno in cui i primi siti macedoni e albanesi hanno publicato le sue foto di Kujtim – e linkato al suo profilo Facebook – nei loro articoli dedicati all’attacco di Vienna. Come spiegato dall’artigiano, l‘equivoco potrebbe essere nato da una foto del presidente turco Erdogan postata sul suo profilo social. “Per quella foto hanno cominciato a scrivere che ero stato finanziato dalla Turchia, e che ero io il responsabile di quella carneficina”, ha raccontato Kujtim.

Partita la denuncia: “Paura di ritorsioni”

attentato vienna - meteoweek.com
le immagini dell’attentato di Vienna – artigiano scambiato per il terrorista di Vienna

Dopo le tantissime chiamate, notifiche e la telefonata in lacrime della madre, l’artigiano ha effettuato delle ricerche. “Sono andato subito on line e ho visto il mio volto sui diversi siti, e poi pure al telegiornale: non volevo crederci. Mia madre mi ha chiamato ed è scoppiata a piangere, per tutti noi è stato uno shock. Come possono aver fatto un errore del genere? Io sono originario di un piccolo paesino in Macedonia, non distante da quello di una delle vittime e a 150 da quello dell’attentatore. Cosa penseranno di me i miei concittadini?“, si domanda il 29enne.


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Chiaramente, a seguito dell’episodio il 29enne si è dato subito da fare. Tramite un legale in Macedonia e l’avvocato trevigiano Ermira Zhuri, l’artigiano si è messo in contatto con i media locali responsabili dell’equivoco, che pare abbiano subito rimosso le sue immagini. Eppure, “non volevano in alcun modo procedere con una rettifica ufficiale e delle scuse pubbliche”.

Per questo ha scelto di agire per via legali: “Deve esserci un chiarimento”, spiega l’artigiano, che ha paura di ritorsioni sia su di lui che sulla sua famiglia in Macedonia. “Non voglio ci siano fraintendimenti. Non sono cose con cui si può scherzare, perché non si sa mai cosa possa accadere quando torno nel mio paese di origine”, sottolinea ai giornalisti.

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