Infermiera negazionista: un video senza mascherina le costerà caro

Un’infermiera negazionista ha mostra un video in cui non indossava la mascherina ed è stata licenziata e allontanata.

Infermiera negazionista: un video senza mascherina le costerà caro – meteoweek

Un’infermiera del Salem Health Hospital, in Oregon, Stati Uniti, è stata licenziata per la sua presa di posizione contro il Covid-19. La donna ha postato sul suo profilo TikTok una foto in cui si palesava senza mascherina e, soprattutto, in cui derideva chi prendesse precauzioni contro il coronavirus per evitare il contagio.

Il video è stato visto dai suoi colleghi e condiviso con la Direzione e le è costato il lavoro: la struttura, infatti, la ha licenziata in tronco.

La donna lavorava nel reparto di oncologia, e nel video incriminata diceva: “Chissà cosa farebbero i miei colleghi se scoprissero che non indosso la maschera quando sono fuori e che permetto ai miei figli di incontrare gli amici”. Un’esaltazione al non rispetto delle regole. La donna ha provato a giustificarsi con i vertici della struttura, dicendo che le immagini erano state girate fuori dall’orario di lavoro. Difesa piuttosto debole che non le è servita per tenersi il lavoro.

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L’infermiera ha provato a giustificarsi ma senza successo – meteoweek

Purtroppo il caso non è isolato. A combattere questa tendenza a condividere online messaggi assolutamente sbagliati però ci pensano molti altri esperti del settore.

A Pozzuoli sono stati sanzionati il titolare di un bar, un dipendente e un cliente, sorpresi senza mascherina mentre nella vicina Quarto, inoltre, i finanzieri hanno sanzionato 5 persone anche loro sprovviste degli obbligatori dispostivi di protezione individuale. Provvedimenti sono stati presi dai finanzieri anche nei confronti di due contrabbandieri di sigarette e del titolare di una sala giochi, rispettivamente a Giugliano in Campania e Frattaminore, in provincia di Napoli, e nel rione San Tommaso del capoluogo partenopeo.

Massimo Antonelli, direttore della terapia intensiva del Policlinico Gemelli ha espresso il suo punto di vista sulla questione: “La frustrazione più grande? Non poter essere visto da chi ci guarda dal letto, ed è solo. Dover comunicare soltanto con gli occhi. I nostri morti meritano rispetto. Che senso avrebbe un Natale come se niente fosse o andare sulla neve? Tante persone tendono a porre l’accento sugli aspetti economici e le difficoltà degli esercizi commerciali. Comprendo. Tante altre invece perdono inconsciamente la percezione di una situazione drammatica. I negazionisti? Ne abbiamo curati tanti al Gemelli. Una volta fuori, si sono scusati. Professore, le prometto che farò di tutto per aiutarvi”.

Antonelli è d’accordo quindi con le restrizioni. “E come non potrei? I numeri parlano. Oltre alla mortalità, l’incidenza dei nuovi casi resta alta, siamo oltre 320 su 100 mila abitanti. Alcune regioni superano i 700-800 casi al giorno. È vero la curva rallenta, l’Rt è sceso sotto l’unità. Però…allentare significa andare incontro a una terza ondata. Non è un rischio. È una certezza”.

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