Bimbo di 2 anni sta per morire soffocato: infermiere gli salva la vita tramite App

Bimbo di 2 anni sta per morire soffocato: infermiere gli salva la vita tramite App. Ecco come hanno reagito i genitori del piccolo

 

Bimbo mangia-Meteoweek.com

 

Il piccolo Patrick di soli 2 anni ha rischiato di morire soffocato per aver ingerito un pezzo di mozzarella. È successo a Bologna, all’anti vigilia di Natale: la mamma del bimbo stava preparando la pizza per la cena. Il bimbo ha ingoiato un pezzo di mozzarella che gli è andato di traverso e stava per soffocare. Era cianotico, aveva perso i sensi, di fronte ai genitori disperati. Genitori che, tuttavia, non si sono persi d’animo. Hanno infatti contattato il 118 che tramite l’App FlagMii, che consente all’operatore di vedere a distanza ciò che sta succedendo mentre altri praticano manovre di soccorso, sono riusciti a salvare il piccolo. La madre Stefania, intervistata da Il Resto del Carlino, ha così commentato l’accaduto:”Se non fosse stato per lui e per il suo sangue freddo, poi per il Maggiore e il Sant’Orsola, ora per noi sarebbe una tragedia immane. Ancora adesso io e Michele non sappiamo come abbiamo fatto a restare calmi. Davanti a noi c’era la vita di nostro figlio, ma mi creda la serenità del soccorritore è stata decisiva”.

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Le istruzioni via App e il massaggio cardiaco in attesa dell’ambulanza

bimbo sta per soffocare-Meteoweek.com

Sono stati 23 minuti interminabili in cui il padre di Patrick ha cercato in tutti i modi di salvare la vita del figlio praticandogli massaggio cardiaco e manovre di disostruzione, grazie all’infermiere del 118 che ha lo ha guidato. L’App FlagMii si è rivelata preziosa ed è usata da circa un anno in Emilia Romagna e Piemonte per aiutare il soccorritore a distanza. “Ho chiamato il 118″, spiega ancora Stefania. “Mi hanno chiesto cosa era successo e da dove stavamo chiamando, poi mi hanno passato l’infermiere Daniele Celin, il quale, con un sangue freddo incredibile, ci ha chiesto di poter vedere con i propri occhi ciò che stava accadendo e di poter teleguidare nelle manovre rianimatorie mio marito“.

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Quindi “mi ha inviato un messaggio, mi ha detto di accettarlo e di attivare la videocamera che io continuavo a puntare sul mio bimbo e su mio marito che stava praticando il massaggio cardiaco. Attraverso la telecamera l’operatore ha corretto ogni azione, ogni movimento delle mani di Michele, era come se fosse lì accanto a noi. Sapevamo esattamente cosa fare grazie alle sue direttive precisissime. Ventitré minuti fino l’arrivo del medico e dell’ambulanza”. 

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