Nasir Nadzir aveva conquistato una notevole credibilità in ambito artistico dipingendo gli animali in via d’estizione: fatale una crisi respiratoria dovuta al Covid
Stava male da diversi giorni ma fino all’ultimo era convinto non solo di guarire ma di potere tornare alle sue tele. La cosa che gli mancava di più. Nasir Nadzir con la sua arte ha avuto modo di influenzare molti altri artisti. Anche se era un pittore autodidatta.
Il pittore ucciso dal Covid
La sua professione era ben diversa: era un tecnico specializzato che lavorava sulle piattaforme petrolifere. La pittura per lui era una semplice passione che riduceva a poche ore dopo il lavoro. Poi, un incidente che poteva costargli la vita, lo ha definitivamente cambiato: “Sono precipitato in una crepa dalla piattaforma di un gasdotto, quasi venti metri di volo. Sono sopravvissuto per miracolo. E ho deciso che non avrei mai più fatto quel lavoro”, aveva raccontato qualche tempo fa quando i suoi primi quadri cominciarono a godere di una quota discreta.
LEGGI ANCHE >Covid, a Milano si preparano centinaia di indagini sulla pandemia
Animali su tela
Nasir era un grande appassionato di ambiente e animali. Pitturava soprattutto animali selvatici nel loro ambiente naturale. Con una particolare attenzione per tutti i soggetti a rischio di estinzione. Il quadro che gli regala la fama è “Tam in Rememberance” e raffigurava un grosso rinoceronte, l’ultimo maschio adulto dell’isola di Sumatra.
Tigri, koala, orsi, ogni animale a rischio è diventato protagonista delle tele più popolari di Nasir che nel 2016 ha visto le sue opere d’arte esposte a Penang. Con una grande protagonista assoluta, la tigre malese.
Lo scorso anno la malattia poche settimane fa l’aggravamento: ora le sue opere, che hanno finanziato il fondo del WWF valgono una piccola fortuna e serviranno ad aiutare gli animali in difficoltà. Aveva soltanto 31 anni.
