“Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”: Mario Draghi cita Papa Francesco al Senato

Forse per cercare l’appoggio dell’elettorato cattolico, Mario Draghi nel suo intervento al Senato ha citato il Papa e il Signore, nel solco di un inciso sulla transizione ecologica. 

Se lo avesse fatto Matteo Salvini si starebbe già discutendo sulla polemica dell’uso e della strumentalizzazione di simboli religiosi. Avremmo avuto a quest’ora – dopo solo qualche ora dalla fine del discorso – già pronti Preti, cattolici e Vescovi a puntare il dito contro il fatto che la politica si appropri di simboli sacri per fini politici. Non è detto che ciò che non accada, ma di certo quanto detto da Mario Draghi non è passato inosservato e quelli che lo ascoltavano di certo si sono fermati un attimo, straniti dal fatto che oggi il Signore sia arrivato addirittura al Senato. Certo, non è sceso direttamente tanto meno ha lanciato benedizioni ai politici, ma a tirarlo in ballo è stato il Presidente del Consiglio nel corso del suo discorso.

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L’uomo del “whatever it takes” ha parlato stamattina, al Senato, per la presentazione del suo piano di Governo, chiarendo fin da subito che il nuovo esecutivo “sarà europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia”. E non ha fatto mistero che il programma sarà lo stesso lasciato dall’ex Governo Conte e da quelli precedenti: digitalizzazione, transizione ecologica, cultura, infrastrutture, formazione e ricerca, equità sociale e di genere, salute, filiera produttiva. E proprio sulla transizione ecologica il Presidente del Consiglio ha insistito più di una volta, quando ha ribadito la necessità di agire in ottica green e sostenibile, per un futuro migliore. 

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“Il riscaldamento del Pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili”, ha detto Draghi. Un discorso tutto incentrato sull’ambiente facendo anche notare che proprio lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo. A questo punto, Draghi cita il Pontefice: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”.

“Un governo green”

In realtà, molto probabilmente, da parte di Mario Draghi non c’era volontà di strumentalizzazione quanto il riferimento alla massima, anche scientifica e non necessariamente cattolica, secondo cui l’uomo è peggior nemico della natura. Non è un mistero – e il Premier alludeva forse a questo – che l’inquinamento e i principali fattori di degrado dell’ambiente dipendano proprio dall’azione umana, che con sprechi e azioni di costruzione e di modifica della natura “distrugge” il patrimonio più importante di cui disponiamo, proprio l’ambiente. Da qui, la necessità di insistere per un ecosistema più sano, più forte, più duraturo, in linea con gli obiettivi posti dall’Agenda 30 delle Nazioni Unite che, tra i goals, mette proprio la lotta all’inquinamento ambientale. E non è un caso se nel suo discorso Draghi abbia da subito chiarito che l’Esecutivo seguirà l’Onu, l’Europa e gli accordi transatlantici: tre pilastri che mettono il nuovo governo in una direzione chiara fin dal principio.

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