Aumentano i casi di Covid, Galli è preoccupato: “Difficile che la tendenza si arresti”

Aumentano i casi di Covid-19 nel nostro Paese, forte la preoccupazione del primario Massimo Galli: “Sta succedendo quello che molti di noi avevano previsto. Difficile pensare che la tendenza si arresti o si riduca”.

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Galli preoccupato per l’aumento dei casi di Covid – meteoweek.com (foto di archivio)

Stanno aumentando i casi di contagio da Covid-19 nel nostro Paese. Nella giornata di oggi, alla lettura dei primissimi dati sulla pandemia – da rivedere aggiornati con il bollettino ufficiale delle ore 17 – osserviamo addirittura il Veneto toccare numeri da record. La Regione, infatti, oggi sembra sfiorare 1.500 nuovi casi in un solo giorno, con un totale attuale di 338.237 malati.  Anche nelle Marche, però, la situazione sembra star peggiorando: sono infatti 919 i casi rilevati tra le nuove diagnosi in 24ore, e tra queste quali circa la metà (ovvero 437, il 47,5%) sono state segnalate in provincia di Ancona.

Si dimostra preoccupato, non a caso, Massimo Galli, primario di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “La preoccupazione è elevata per l’aumento, ovunque, dei casi di contagio. Ed è difficile pensare che nei prossimi giorni la tendenza si arresti o si riduca“, ha spiegato l’esperto durante un intervento su Adnkronos Salute. “Purtroppo sta esattamente succedendo quello che molti di noi avevano previsto”, ha aggiunto il primario.

Covid, Galli: “Anticorpi monoclonali ancora poco disponibili”

La preoccupazione dell’esperto in merito all’aumento dei casi di Covid del nostro Paese viene amplificata dal forte scetticismo che l’ultimo trend – quello appunto che segnala un’evidente impennata di contagi – possa ridursi nel più breve periodo. Galli, comunque, si è espresso anche sulla questione relativa alle terapie che vengono applicate in questo momento negli ospedali italiani. “Gli anticorpi monoclonali non sono ancora del tutto disponibili“, ha esordito il primario.

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“Io ne ho potuto somministrare, in tutto, uno. In un solo caso, con una procedura di tipo compassionevole. Ma l’utilizzo corrente è ancora da definire sulla base di disponibilità che si prospettano, però, nel brevissimo termine”, ha aggiunto l’esperto, mentre ha evidenziato anche come i monoclonali possano avere “senso e utilità per le persone che sono nelle primissime fasi di malattia e che hanno connotazione caratteristiche tali da essere considerate come persone a rischio di un’evoluzione negativa”.

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Sempre per le penne dell’Adnkronos Salute, il professore ha spiegato poi che si tratta, infatti, di “un farmaco che serve per quelli che stanno bene“, e “può essere utilizzato nel timore che queste persone possano evolvere in un senso negativo”. “È una scelta complessa e una scommessa clinica. Serve per persone che abbiano appena avuto l’infezione e che abbiano importanti fattori di rischio tali da far prevedere un’evoluzione negativa”, ha poi concluso il primario di Milano.

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