Inscena il suicidio della fidanzata dopo un festino di sesso e droga: condannato il fidanzato di Ornella Florio

Inscena il suicidio della fidanzata dopo un festino a base di sesso e droga: condannato il fidanzato di Ornella Florio, morta a 39 anni e ritrovata appesa al termosifone. 

Svolta nelle indagini in merito al caso della morte di Ornella Florio. La 39enne, dipendente di un istituto di credito e originaria di Apricena, era stata ritrovata senza vita nella mattinata del 7 luglio 2017, all’interno del suo appartamento di via Lago di Bolsena, a Pescara.

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Ornella Florio, non fu suicidio: condannato ex fidanzato  – meteoweek.com

Secondo gli inquirenti non si sarebbe trattato di suicidio, e ora a finire nei guai è l’ex compagno della donna. Luca Orsini, 50 anni, è stato infatti ritenuto colpevole dei reati di abbandono di incapace aggravato dalla morte e vilipendio di cadavere. La condanna è stata emessa dal gup del tribunale locale, Fabrizio Cingolani, e a seguito di giudizio abbreviato prevede una pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione.

Non fu suicidio, condannato il fidanzato di Ornella Florio

Non si è trattato di suicidio. La svolta nelle indagini ha ribaltato quello che era stato ipotizzato all’inizio, anche a seguito di quelli che sono stati i dati rilevati dall’esame autoptico. “Dall’analisi del solco del collo è emerso che Ornella fu sospesa al termosifone dopo la morte e che i segni presenti era stati impressi su tessuti non più vitali”, spiega l’avvocato Simone Moffa, che assiste insieme al collega Michele Di Maio le parti civili. In questo senso, fu un cocktail letale di alcol e cocaina a causare la morte di Ornella. A questo mix di sostanze sarebbe da ricollegare l’edema polmonare da intossicazione. E, mentre la donna moriva, accanto a lei il compagno, che non solo non chiamò i soccorsi, ma anzi avrebbe addirttura inscenato il suicidio.

Il 50enne le avrebbe provocato delle lesioni al polso sinistro, e avrbbe infine appeso il corpo ormai senza vita della donna al termosifone del bagno. Soltanto nella mattina di quel tragico 7 luglio 2017 l’uomo, dopo avere trascorso tutta la notte a casa della 39enne, allertò la polizia di Pescara, riferendo che Ornella si era uccisa. “Una tesi che non ha mai convinto i familiari della vittima“, evidenzia ancora l’avvocato Moffa. Per questo i famigliari hanno nominato come consulente “il prof. Vittorio Fineschi, ordinario presso la Università La Sapienza di Roma, tra i massimi esperti della medicina legale, specializzato peraltro nei casi di impiccamento”, insieme alla dottoressa Carmina Dambra.

Anche l’autopsia ha chiarito che non si è trattato di suicidio. Nella sua relazione, l’anatomopatologo Ildo Polidoro evidenziò che Ornella aveva sì dei tagli ai polsi e altri segni sul collo, ma la cintura presumibilmente usata per l’attrettanto presunto suicidio non risultava deformata, fatto che invece sarebbe stato lecito aspettarsi. Ad esserle fatale un cocktail di alcol e cocaina, che non avrebbe portato al decesso della donna se l’ex compagno avesse chiamato i soccorsi in tempo. Un mix di sostanze, questo, assunto probabilmente nel corso di un festino. Altri esami e approfondimenti, infatti, evidenziarono che la vittima aveva avuto rapporti sessuali con un altro uomo e una una donna – entrambi mai identificati.

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