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Olimpiadi, l’Italia rischiava di presentarsi senza bandiera. Colpa di una scelta fatta nel 2019

L’Italia rischiava di presentarsi alle prossime Olimpiadi senza bandiera né colori nazionali. Per colpa di una scelta fatta nel 2019.

Tira il fiato, l’Italia, che alla prossima edizione dei Giochi olimpici, in programma in estate a Tokyo, avrà la sua bandiera e il suo inno. Scontato? Non tanto, dal momento che il risultato è stato raggiunto grazie ad un impegno del Consiglio dei Ministri; impegno conclusosi solamente durante la notte e che ha permesso al nostro Paese di essere rappresentato alle prossime Olimpiadi. Eppure, l’Italia rischiava di presentarsi senza bandiera e colori nazionali. Per colpa di una scelta senza senso fatta nel 2019.

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Facciamo un passo indietro. Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto Cio”, che verrà ufficializzato molto probabilmente domani, mercoledì 27 gennaio. Il nodo della questione rimanda all’autonomia del Coni, o meglio della mancata indipendenza del Comitato olimpico dalla politica stabilita dopo la riforma dello sport voluta dal primo governo Conte, che non rispetta la Carta Olimpica che vieta a qualsiasi comitato olimpico di operare per il tramite del Governo. Insomma, nell’ambito delle sue funzioni, il Coni non può essere subordinato a una società del Governo. Cosa che in realtà è, anzi era, fino all’approvazione del Decreto Ciò arrivato stamani.

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Le conseguenze

E se la mancata indipendenza dal potere politico è stata contestata al Governo italiano due volte negli ultimi quattro mesi in quanto non compatibile con lo statuto olimpico, il mancato rispetto delle direttive della Carta Olimpica prevede quattro tipologie diverse di sanzioni nei confronti del Coni. In primo luogo, la sospensione del Comitato Olimpico Nazionale che, però, si verifica raramente. Di fatto il Governo ha potuto aggiustare il tiro e riparare al danno. Non partecipare alle Olimpiadi, costate tra l’altro anche il 22% in più a causa del Covid, sarebbe significato una perdita di immagine oltre che un danno ai nostri atleti che avrebbero preso parte in maniera indipendente, senza divisa, senza bandiera e senza inno. Inoltre, ciò avrebbe significato la sospensione dei finanziamenti del Cio all’Italia.

 

Chiara Feleppa

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