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Politica

Renzi sulla prescrizione non indietreggia, la maggioranza rischia

Sulla prescrizione Renzi non fa un passo indietro, ed in aula la frattura potrebbe diventare definitiva.

Matteo Renzi non vuole far cadere il governo, ma non voterà l’accordo sulla prescrizione raggiunto ieri sera nel vertice di maggioranza da Pd, M5s e Leu. Pensa che in Parlamento non ci siano i numeri per approvare il compromesso sulla giustizia e attacca il Pd, accusandolo di andare a rimorchio dei cinquestelle. Matteo Renzi, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino a Circo Massimo su Radio Capital lo dice chiaro e tondo: “Questo governo, che io stesso ho promosso, è nato per evitare l’Italexit di Salvini, ma non posso diventare giustizialista. Siamo una forza riformista, non cediamo al populismo nella giustizia. Non ce ne andiamo ma se ci vogliono cacciare, ce lo dicano”. Ma dal Pd commentano: “L’appoggio esterno di Renzi è durato poche ore. Già ha fatto retromarcia”.

Sulla prescrizione

Di fatto Renzi non ha intenzione di uscire dal governo e smentisce le indiscrezioni che parlano di un appoggio esterno del suo partito: “Un appoggio esterno significherebbe che dovremmo far dimettere i nostri ministri: Bellanova e Bonetti stanno lavorando bene, il sottosegretario Scalfarotto agli Esteri è il numero uno. Noi non vogliamo lasciare.

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Poi se il presidente del Consiglio vuole che lasciamo, ci mettiamo un quarto d’ora”, afferma ancora. “Sulla giustizia però noi non ci stiamo. Se qualcun’altro per mantenere una poltrona è disponibile a diventare socio della piattaforma Rousseau faccia pure, noi siamo un’altra roba“.

Le parole di Renzi

Secondo il senatore di Italia Viva “questo accordo a tre, a mio sommesso avviso, non ha la maggioranza in Parlamento”. E sulla possibilità che Conte trovi 50 centristi pronti a sostenere il governo aggiunge: “Io non ho problemi su questo, se lui trova i voti nel mondo della destra io sono contento per loro, un po’ meno per il Paese, ma noi non lo faremo. La mia impressione è che abbiano fatto male i conti, rischiano di fare un pasticcio”.

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Renzi sconfessa, infine, i sospetti di una manovra architettata con Di Maio per sostituire Conte: “Il mio obiettivo non è cambiare il presidente del Consiglio ma vorrei che Conte cambi passo”.

“Spiace che il senatore Renzi continui ad attaccare il partito sbagliato, il nostro avversario è la destra di Salvini – afferma il vicecapogruppo Pd alla Camera dei deputati Michele Bordo. Che aggiunge: “La minaccia di appoggio esterno al governo è durata qualche ora e questa mattina il senatore di Italia Viva è stato costretto a fare marcia indietro”

 

 

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