Tutti i saluti ai tempi del Coronavirus - meteoweek.com
Il Coronavirus ci sta togliendo anche la possibilità di salutarci? No, purché si rispettino alcune norme igieniche. Ecco cosa ci dice un’esperta di galateo e quali sono alcuni curiosi modi di salutarsi nel mondo, prima e dopo il Coronavirus.
L’emergenza Coronavirus ha fatto adottare misure restrittive per scongiurare la diffusione del contagio. Tra queste anche evitare abbracci, baci, strette di mano, mantenendo una distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone. Il nostro modo di comunicare è cambiato, in particolare per noi del Bel Paese che siamo soliti essere molto espansivi. Come cambiano le cose e come salutarsi adesso?
Ce lo dice Katharina Von Bruchhausen, esperta in galateo che ha dato all’ANSA le sue direttive. “In realtà non è cambiato tantissimo: al primo posto c’è sempre la cortesia e l’atteggiamento rispettoso.
Se prima era determinato da un saluto congruo alla situazione, al ruolo e al destinatario, ora la vera cortesia è mantenere una distanza adeguata e rispettare le regole e le limitazioni della vita sociale e professionale”.
Importante la mimica facciale, un sorriso sincero unito al contatto visivo degli occhi. Sarebbero sconsigliati saluti fatti con i gomiti: oltre a non essere eleganti non sono indicati dai medici, perché si porge l’avambraccio che è la zona esposta a starnuti o colpi di tosse.
Il saluto con i piedi che si toccano può essere un’alternativa divertente tra amici. O anche un l’inchino accennato.
Niente più stratta di mano e baci all’italiana, e via libera a saluti «alternativi» e creativi come definito per esempio dalla dottoressa Sylvie Briand, direttrice delle pandemie dell’Organizzazione mondiale della sanità. Nel mondo stanno impazzando tocchi di gomiti (come descritto sopra non molto indicati), inchini all’orientale e toccate di piede.
In Cina, ad esempio, da un po’ di tempo, girano video-tormentoni con balletti alla TikTok dove ci si saluta con i piedi e qualcuno assicura: «Presto diventerà un saluto mondiale», almeno per poco, speriamo!
“Anziché stringersi la mano, torniamo al nostro saluto tradizionale: Namaste“. L’attore indiano Anupam Kher ha postato invece un video su Twitter invitando a salutarsi con il famoso saluto indiano, a mani giunte e con le dita all’insù: Namaste. “È più igienico, è amichevole ed equilibria le tue energie”, scrive sul social.
Dopo vari saluti negati tra esponenti politici e capi di stato, il presidente della Tanzania John Magufuli si è inventato di salutare con i piedi invece che con le mani, l’esponente dell’opposizione Maalim Seif Sharif Hamad.
Oltre al modo di vivere e di pensare, il Coronavirus ha quindi modificato persino quello di salutarsi. Almeno, quasi per tutti. Ecco alcuni saluti tradizionali delle altre culture che potremmo adottare durante l’emergenza.
In Giappone ci si saluta con un inchino. L’ampiezza e la durata dell’inchino dipendono dalla persona che si sta salutando. Non bisogna prostrarsi se non di fronte all’Imperatore, tuttavia più l’inchino è intenso, più l’interlocutore capisce che sta venendo omaggiato con riverenza.
Un inchino accennato unito ad un sorriso potrebbe essere un modo per salutarsi con garbo e rispetto.
In Malesia sono le dita delle mani ad entrare in contatto con quelle altrui poi le proprie mani vengono portate al cuore. Questo gesto sta a significare che le persone si salutano dal profondo del cuore.
Sebbene non si possano toccare le mani altrui, il gesto salutare con la mano e di toccarsi il cuore potrebbe essere significativo.
In Tailandia le persone si salutano unendo le mani come in preghiera e inclinando leggermente la propria testa in avanti.
Questo potrebbe essere un modo per sostituire un abbraccio e ringraziare con gratitudine, unendolo ad un sorriso.
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