I coronabond piacciono a gran parte dell’Europa, Italia, Spagna e Francia comprese. Ma la ricca Germania e la scorbutica Olanda non arretrano di un passo e li rifiutano. C’è un’altra possibilità di sbloccare l’impasse.
Non ci sono novità in materia coronabond, richiesti, tra gli altri, da Italia, Francia e Spagna, per affrontare l’emergenza pandemia coronavirus. L’impasse continua a suon di dichiarazioni dell’Unione Europea e della diffidenza di Germania, Olanda e gran parte dell’Europa del nord. Avanza ora l’idea di usare il Mes a condizioni ridotte. Il direttore generale del meccanismo, Klaus Regling ha dichiarato: “Ci basterebbe essere sicuri che i soldi siano spesi in modo corretto per la sanità e il sostegno all’economia”. Utilizzare le linee di credito precauzionali del Mes senza condizionalità macroeconomiche, ma soltanto con il controllo che i fondi ottenuti vengano utilizzati in modo efficiente per sostenere la spesa sanitaria e l’economia travolta dal coronavirus. Potrebbe essere questa l’opzione per sbloccare la matassa coronabond. L’Europa vuole essere sicura che i soldi non vengano utilizzati male.
Il no di Berlino a qualsiasi mutualizzazione del debito è stato ribadito con forza dal ministro delle Finanze, Olaf Scholz. “Siamo pronti alla solidarietà, ma a una solidarietà ben pensata”, il senso delle sue parole. “Le risorse da usare per aiutare ”i Paesi che hanno le necessità maggiori” vanno trovate all’interno del bilancio europeo” – ha aggiunto. Il direttore generale del Mes, Klaus Regling, propone un compromesso. Intervistato dal Financial Times, avverte che per arrivare alla definizione dei coronabond potrebbe volerci troppo tempo. E invece l’emergenza reclama risorse subito, qui e ora. Per questo, argomenta, la scelta più logica “è usare le istituzioni esistenti con i meccanismi esistenti”. A partire proprio dal Meccanismo europeo di stabilità che potrebbe fornire fondi d’urgenza a condizionalità ridotta. “Fondamentalmente”, afferma Regling, “ci basterebbe essere sicuri che i soldi siano spesi in modo corretto e che il Mes venga ripagato un giorno”. Le linee di credito del Mes, fanno notare Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli in un articolo pubblicato da ‘Il Sole 24 ore’, aprirebbero la strada all’attivazione delle Omt, le operazioni della Bce, introdotte da Mario Draghi e mai utilizzate, che consentono l’acquisto dei titoli di Stato di un singolo Paese e, in linea di principio, sono di carattere illimitato. E proprio “il combinato disposto di Mes e Omt”, osservano i due economisti, “configura quel ruolo di prestatore di ultima istanza a favore degli Stati di cui molti hanno lamentato l’assenza in passato”.
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