Coronavirus, Letta:”Ecco perché Italia rischia l’osso del collo”

Coronavirus, per l’ex premier Enrico Letta il nostro Paese “rischia l’osso del collo”, ossia il crollo dell’economia reale. Ma anche la fine della Ue se non si trova un compromesso con l’Eurogruppo. 

Coronavirus, Letta:”Ecco perché Italia rischia l’osso del collo”(GettyImages)

L’Italia stavolta rischia l’osso del collo”. Così l’ex premier Enrico Letta sulla situazione economica del nostro Paese nel corso di una lezione inaugurale online tenuta per la Scuola di Politiche di Marco Melloni. Secondo l’ex presidente del Consiglio, non è solo l’Italia a giocarsi tutto, ma anche l’Europa, che potrebbe veder crollare il sogno dell’Unione, se non si trova un compromesso con l’Eurogruppo.

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Coronavirus, Letta: “Sostenere imprese con tanta liquidità”

Per l’ex premier si tratta della crisi più terribile dal dopoguerra. È persino più violenta della Guerra Fredda, della crisi del petrolio e della più recente, quella del 2008. Secondo Letta è molto importante evitare il “crollo dell’economia reale“, poiché ci sono diverse aziende attualmente chiuse che potrebbero restare tali.
Ed è proprio per questa ragione che, secondo lui, è essenziale garantire liquidità alle imprese, ma farlo a debito dello Stato è un grosso rischio. Infatti, in tal modo il debito pubblico salirebbe notevolmente, divenendo impossibile sostenerlo, a causa di un crollo degli incassi.

Enrico Letta (GettyImages)

Tuttavia, secondo Letta, l’Europa in questo periodo, rispetto al 2008, sta agendo più rapidamente, poiché Bce e Commissione hanno dato feedback in 4 settimane e non in 4 anni. Inoltre, la Bce consente al nostro Paese di restare in piedi. Ma non basta. In Europa“, dice, “abbiamo bisogno di un intervento sull’ economia reale che dia liquidità alle imprese, che non la dà la Bce: l’immissione di liquidità la danno altri strumenti“. L’ex premier si riferisce quindi ai Bond che mirano a realizzare politiche comuni di contrasto economico alla crisi dovuta al Covid19. 

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Per Letta l’approvazione del Mes, infine, consentirebbe di fruire di “tanti soldi che possono essere usati come garanzia per emettere delle obbligazioni“. Tali obbligazioni, per realizzare le suddette politiche comuni potrebbero essere “gestite insieme“. In questo modo non si tratterebbe di cancellare, quindi, il debito passato né quello futuro. “Mi auguro si giunga a questa decisione“, conclude, “lo chiamino come vogliono, Bond o Pippo ma fatelo. L’Italia gioca una gara chiave per il futuro di intere generazioni e la stessa cosa vale per il futuro dell’Europa“. 

Anna Di Donato

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