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Cronaca

Opere d’arte rubate: fermato lo zio della bimba scomparsa

Aveva cercato di vendere sul mercato nero le opere d’arte di cui era entrato in possesso. Dragan Ahmetovic, cittadino bosniaco di 32 anni, uscito allo scoperto a causa di un video diffuso in rete.

L’uomo, residente a Selargius è anche coinvolto nella vicenda riguardante l’omicidio di Esperanza, la bimba di 20 mesi scomparsa nel dicembre del 2018 quando venne incendiato il furgone in cui abitava la famiglia. Dragan Ahmetovic è il fratello della madre della bambina, Dragana Ahmetovic, accusata insieme al marito dell’omicidio volontario della bimba.

Il video sui social

Dragan Ahmetovic è stato fermato dalla Polizia del commissariato di Quartu. A far scattare le indagini che hanno permesso di ritrovare le opere d’arte rubate, un video pubblicato sui social in cui il cittadino bosniaco in evidente stato di ubriachezza ed in preda all’ira, ha minacciato di uccidere un suo connazionale. Nel video si vede che l’uomo, rivolgendosi a diverse famiglie rom, mostra un fucile calibro 12, munito di proiettili e con questo minaccia di sparare sei colpi sul volto della vittima designata. Le minacce, oltre che per vecchie questioni tra i due, erano scaturite anche per l’acredine dell’indagato nei confronti del rivale, reo di aver testimoniato contro i propri familiari nel procedimento penale per l’omicidio della bambina avvenuto nel mese di dicembre del 2018. Durante le perquisizioni non è stato possibile recuperare il fucile, ma è stata rinvenuta un’ogiva (la parte del proiettile che va a colpire il bersaglio) all’interno di una bombola gpl che veniva utilizzata come bersaglio.

Le opere d’arte ritrovate e le altre accuse

Dall’analisi del suo telefonino è emerso il suo coinvolgimento nella ricettazione di due preziose opere d’arte appartenenti alla Chiesa di Sant’Avendrace e raffiguranti una natività e l’immagine stessa dell’omonimo Santo. I quadri, risalenti rispettivamente al 700 e all’800, erano conservati in alcuni locali a Selargius da dove erano stati trafugati a inizio gennaio. Ieri sono scattate le perquisizioni in collaborazione con i poliziotti del reparto Prevenzione crimine Sardegna, il Nucleo Cinofili della Polizia di Abbasanta e il Gabinetto regionale di Polizia scientifica. Dragan Ahmetovic dovrà anche rispondere di altri reati: la crezione di una vasta e pericolosa discarica abusiva, costuita da rifiuti tra cui oli combusti e materiale da risulta, vasta circa due ettari, il possesso di armi comuni da sparo e munizioni e minacce aggravate. Le opere d’arte saranno naturalmente restituite alla collettività e ai fedeli.

 

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