Sul Corriere della Sera appaiono le prime stime sull’indice di gradimento di Conte: se l’attuale premier fondasse un suo partito raggiungerebbe il 14%. Se invece si ponesse a capo del M5s, il Movimento passerebbe dal 17,1% al 24,3%.
A quanto pare c’è qualcuno che riuscirà a beneficare degli effetti dell’emergenza coronavirus. Si tratta del premier Giuseppe Conte che, nel corso di questi concitati mesi di dirette e decisioni drastiche, ha potuto godere di un verticale aumento del consenso: è passato dal 48% nel mese di febbraio al 66% nel mese di aprile. Attualmente sembra fermo a 61%. Iniziano, dunque, le speculazioni sul possibile impiego politico di Conte, e anche su come indirizzare questo ritrovato consenso. A fornire delle prime stime sembra essere il Corriere della Sera, che ha chiesto a una fetta di intervistati di dichiarare le intenzioni di voto. A loro sono state poste due domande: quanto sono propensi a votare un nuovo soggetto politico fondato da Conte? E ancora, voterebbero il M5s se la leadership fosse affidata all’attuale premier? Il Corriere ha snocciolato i primi dati emersi: un partito di Conte oggi è accreditato al 14,1%. Una percentuale che supererebbe il Movimento 5 stelle, al momento al 12,7%. Il bacino di elettori da cui un eventuale partito di Conte pescherebbe i voti proverrebbe innanzitutto dal M5s, per il 62%. Il resto verrebbe rosicchiato da Pd e liste di centrosinistra, poi dall’astensione e infine dal centrodestra e altre liste più piccole (per circa il 18%).
Ma Conte sembra gradito anche in qualità di nuovo leader del M5s, attestandosi a un 42% di preferenze, prima ancora di Di Maio (27%) e di Di Battista (al 19%). In caso di testa a testa tra Conte e Di Battista, il divario diventa ancor più netto. Se contato sulla totalità della popolazione, il 43% preferirebbe Conte. Tra gli attuali elettori del Movimento, invece, ben il 67% preferirebbe l’attuale premier a Di Battista. Questo, tradotto in termini di elettorato, comporta numeri considerevoli: attualmente il M5s si trova al 17,1%, ma con un Conte a capo del Movimento, raggiungerebbe il 24,3% di consensi, superando anche la Lega.
Tuttavia, è necessario ricordare che il sondaggio, come ogni sondaggio, non è una predizione del futuro, ma un tentativo di fotografare la situazione attuale. Il futuro di Conte e del Movimento è ancora tutto da disegnare, e sembra anzi appeso a tre fonti di incertezza. In primis, l’elevata quota di indecisi e astensionisti (tra il 43 e 44%). Poi, il rischio che il consenso vada incontro a una decrescita proprio a causa delle incalzanti difficoltà economiche. Infine, un cambio di immagine che potrebbe risultare dannoso: passare dall’attuale status a capo politico di un partito potrebbe privare Conte dell’immagine istituzionale che molto ha giovato all’attuale premier. Insomma, un cambio di linea potrebbe portare a indebolire quelle stesse motivazioni che ora rendono la figura di Conte tanto solida.
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