Maria De Filippi si trova al centro delle critiche e dei gossip a causa della sua serata Rai per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. A remare contro la conduttrice è la Vigilanza Rai, quali sono state le sue parole?
La conduttrice dei tantissimi programmi firmati Mediaset sembra essere stata scelta da Rai Uno per condurre insieme a Sabrina Ferilli e Fiorella Mannoia una serata evento. Questa in particolar modo è una serata molto importante, si tratta infatti Di quella che accompagnerà la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Maria De Filippi però, oltre ad essere acclamata per la sua fama di conduttrice, è stata molto criticata perché volto fondamentale di Mediaset, cioè della concorrenza primaria della Rai.
A dare contro alla conduttrice infatti, è stato il segretario della Commissione di Vigilianza Rai Michele Anzardi che, non si è mostrato affatto entusiasta di vedere la De Filippi su un canale Rai. Quali sono state le sue parole?
Le parole del segretario della Vigilanza Rai infatti, non sono state delle più tenere nei confronti della moglie di Maurizio Costanzo che, già una volta aveva preso un posto importante all’interno della Rai proprio come conduttrice al Festival di Sanremo.
Michele Anzardi infatti, ha deciso di caricare su Twitter alcune frasi contro la conduttrice ma soprattutto contro la Rai che ha decido di puntare su di lei per una serata evento importante come questa. Secondo il suo punto di vista, ci sarebbero state tantissime altre conduttrici che già lavorano all’interno dell’azienda televisiva in grado di poter gestire un evento così importante.
Il segretario della Commissione di Vigilanza Rai ha così affermato: “Per la giornata contro la violenza sulle donne, Rai 1 decide di umiliare le donne Rai. Lo speciale lo condurrà Maria De Filippi, simbolo della concorrenza. Senza nulla togliere a De Filippi, alla Rai mancano professionalità femminili? Questo sarebbe puntare sulle risorse interne?”.
Concludendo infine criticando tutta la tv pubblica: “Confermati sprechi privilegi propaganda. Trionfo società di produzione, strapotere degli agenti in conflitto di interessi, infornata di giornalisti esterni, nessuna valorizzazione degli interni, niente svolta a informazione e pluralismo. Pagano gli italiani”.
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