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Politica

Coronavirus, quel servizio del Tg del 1969 che racconta le stesse cose di oggi

Nel 1969 l’epidemia di Hong Kong colpì l’Italia, come testimoniato da un video Rai di 50 anni fa. Molte le analogie con quello che sta accadendo oggi per il Coronavirus.

Ne è passato di tempo, dal 1969. Eppure, a guardare il tg di quegli anni, sembra essere passato davvero poco. “E adesso una domanda, cosa ci ha portato il Natale? Festoni, pioggia, influenza: un’epidemia”, racconta il giornalista. Il riferimento, è all’epidemia di quell’anno – il 1969, appunto – proveniente da Hong Kong e arrivata dritta dritta in Italia. Molte le analogie con quello che sta accadendo oggi per il Coronavirus. 13 milioni di italiani a letto, 1 su 4 e 5000 sono deceduti, sono i numeri raccontati nel servizio. “Strade, uffici e mercati mezzi vuoti”, prosegue il giornalista nel video dell’Istituto Luce. Un video similissimo, quasi uguale, a molti di quelli che vediamo oggi, comunemente, accendendo la televisione.

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Cosa accadde nel 1969

Si chiamava “La spaziale”; si abbatté sull’Italia un anno e mezzo dopo essere partita da Hong Kong e la notizia del virus fu data per la prima volta dal Times di Londra, che diede per la prima volta l’allarme. Si diffuse prima in Asia, poi negli Stati Uniti e infine arrivò in Europa. Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, ha ricordato all’Agi che quella fu la terza pandemia del Ventesimo secolo, dopo l’influenza Spagnola del 1918 e l’influenza Asiatica degli anni ’50. La causa della pandemia del 1968 era il virus influenzale di tipo A-H3N2, virus stagionale che ha causato circa 20 mila decessi e 1 milione in tutto il mondo.

Anche in questa occasione, furono principalmente le polmoniti virali a risultare fatali per chi rimase contagiato dal virus, i meno colpiti furono invece i soggetti sani. Tuttavia, prima della Spaziale, un virus era già circolato in precedenza, così da fornire una sorta di protezione nelle persone più anziane. Si spiega così, quindi, la differente mortalità rilevata nei diversi Paesi anche se il virus era altamente contagioso. Non è un caso se, a due settimane dalla sua comparsa, furono segnalati circa 500.000 casi di malattia. 

I sintomi dell’infezione erano simili a quelli respiratori tipici dell’influenza e del Coronavirus: brividi, febbre, dolore muscolare e debolezza. Questi sintomi di solito persistevano da quattro a sei giorni. I livelli più alti di mortalità erano associati ai gruppi più sensibili, vale a dire neonati e anziani. Sebbene sia stato sviluppato un vaccino contro il virus, esso fu disponibile solo dopo che la pandemia aveva raggiunto il picco in molti Paesi.

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