Covid, barriere di cemento per isolarsi da zone rosse: “Non corriamo rischi”

Sull’Appennino Piacentino si isolano le zone rosse con barriere di cemento per evitare che qualcuno oltrepassi i confini per andare nelle seconde case. I Comuni non vogliono fare correre rischi ai loro abitanti.

Le barriere di cemento sulle strade che dal Piemonte, zona rossa, conducono ad Ottone – meteoweek.com

A Ottone, sull’Appennino Piacentino, il Comune ha deciso di difendersi dalle zone rosse confinanti, ovvero il Piemonte e la Lombardia. La cittadina di appena 516 abitanti, per lo più anziani, vuole proteggersi dal Covid-19. Per questa ragione non permetterà di entrare a coloro che hanno nella località una seconda casa. A tal fine sono state realizzate delle barriere di cemento nelle strade al confine. Inoltre, su di esse sono state situate diverse telecamere di sorveglianza. Un provvedimento molto duro, ma necessario.

Ottone si isola dalle zone rosse

Federico Beccia, sindaco di Ottone, piccolo Comune in Val Trebbia, nella provincia di Piacenza, ritiene che isolarsi dalle zone rosse sia una misura indispensabile per la protezione dei suoi concittadini, nella quasi totalità di età avanzata. “Il nostro è un paese che conta un’altissima percentuale di anziani e proprio come in primavera non possiamo permetterci errori o sottovalutazioni dei rischi“, ha detto il primo cittadino al quotidiano locale La libertà.

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Il piccolo Comune di Ottone, sull’Appennino Piacentino – meteoweek.com

Il Comune di Ottone, infatti, confina direttamente con la provincia di Alessandria, definita zona rossa come l’intero Piemonte. Anche la Lombardia, seppure non sia contigua al territorio comunale, è vicinissima. Da lì, dunque, arrivano tantissime persone che hanno le seconde case in Emilia Romagna. Ad ostacolare tali spostamenti, in concordanza con il nuovo dpcm, servono le barriere di cemento che sono state costruite al confine. È rimasta aperta soltanto una strada, sorvegliata da videocamere.

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Inoltre, il comune sta affrontando numerosi problemi di viabilità a causa del crollo di un ponte avvenuto lo scorso 3 novembre. Essi, insieme a quelli causati dal Covid-19, rischiano di creare grandi disagi all’economia del piccolo paese, ormai per lo più svuotato. “Ogni giorno – continua Becciaqui diventa più pesante, la strada alternativa ci sembra sempre più lunga anche se è stata asfaltata. A Natale probabilmente il paese sarà semideserto. E ci dispiace molto, perché nell’estate della riscoperta dei borghi dell’Appennino ci eravamo rialzati abbastanza bene dal punto di vista turistico“.

Chiara Ferrara

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