rientro a scuola a Napoli - foto via Il Mattino
Rientro a scuola a Napoli: elementari e asili accolgono i bimbi in classe, ma i genitori sono divisi. La linea dell’assessore Palmieri: “Le scuole non sono luogo di contagio”.
Il Comune di Napoli si è adattato alla riapertura delle scuole dell’infanzia e delle prime elementari fissata per la data di oggi, mercoledì 25 novembre, dalla Regione Campania. E così sono tornati tra i banchi e gli amichetti, i bimbi e gli alunni partenopei: zainetti in spalla e mascherine sul viso, le maestre li hanno accolti con un caloroso benvenuto – come avvenuto nella scuola “Vanvitelli”, nel quartiere del Vomero, dove la preside ha rassicurato personalmente le famiglie: “State tranquilli, sono con noi. Il nostro lavoro è stare qui con e per loro. Saremo attentissimi“.
Dopo più di un mese di chiusura da parte di tutti gli istituti scolastici della Campania, sotto stretta ordinanza emanata dalla Regione, oggi al suono della campanella i bimbi sono tornati a scuola. Anche se, come spiegato dalla preside della scuola Vanvitelli ai giornalisti de Il Mattino, non tutti gli alunni hanno fatto il loro ritorno tra i banchi. Non tutti i genitori, infatti, pensano sia la scelta più giusta in un periodo difficile come questo. “Le tifoserie dei genitori sono divise più o meno al 50 per cento”, ha infatti esordito la preside.
Un papà, però, è ottimista nei confronti del ritorno alla didattica in presenza: “Siamo contenti. La scuola è importante e fino a ora in classe sono stati appena 45 ore e mezzo, non hanno nemmeno avuto il tempo di fare amicizia. Si conoscono attraverso un monitor. La didattica a distanza è andata bene ma per bimbi che devono imparare a scrivere è più difficile perché la maestra non riesce a correggerli”.
Si temeva, tempo fa, che potesse essere prolungata ancora la chiusura delle scuole nel capoluogo campano. Pochi giorni prima dalla scadenza dell’ordinanza imposta dalla Regione, però, si erano fatte sempre più consistenti le voci che vedevano estremamente probabile un ritorno in classe. E così è stato.
A tal proposito, qualche giorno fa l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, si era espressa positivamente sulla questione, spiegando che “il presidente della Regione e l’Unità di crisi hanno in qualche modo cambiato idea sulla pericolosità delle scuole”, e aderito così “una posizione che questa amministrazione ha sempre avuto: le scuole non sono luogo di contagio“.
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Aveva anche ricordato, però, che le scuole dell’infanzia rivolte ai bimbi di età 0-6 anni “non sono obbligatorie”. “Se le famiglie si sentono più sicure a tenere il proprio figlio in casa non c’è alcun obbligo. In questo caso la scuola è un’opportunità di socializzazione”, evidenziava infatti Palmieri.
Diverso discorso, invece, per gli isitituti di istruzione primaria, che fanno parte del ciclo d’istruzione obbligatorio. Un segmento, questo, che ha probabilmente subito i danni maggiori dalla didattica a distanza. Un ritorno a scuola, quello dei bimbi, ulteriormente sentito e necessario dunque, e organizzato e disposto sotto il pieno rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.
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