La giovane ricercatrice si toglie la vita:”Avevamo appena deciso di finanziare un suo progetto”

Il sindaco: “Avevamo appena deciso di finanziare un suo progetto”

La giovane ricercatrice si uccide: la 36enne Marta Iannetti si è impiccata a Torricella Sicura, in provincia di Teramo. Nessuno conosce i motivi che l’hanno spinta a un gesto così forte. A ritrovare il cadavere sono stati i genitori della ragazza che, preoccupati poiché non ricevevano alcuna risposta al cellulare, sono andati dalla figlia. Aperta la camera della giovane, la scena è stata a dir poco agghiacciante.

La giovane ricercatrice si uccide, muore anche il progetto

Marta Iannetti era originaria e residente a Pietracamela. Dopo il terremoto del 2016, che aveva danneggiato la sua abitazione, si era trasferita con tutta la famiglia a Teramo, anche se era rimasta molto legata al suo territorio. Difatti, la donna aveva idealizzato, con il sindaco di Pietracamela, Michele Petraccia, un progetto in onore della sua terra natia. “Ho appreso la notizia pochi istanti fa”, afferma il sindaco, “sono a dir poco sconvolto. Oggi pomeriggio il consiglio comunale si era riunito per decidere la somma da destinare a un suo progetto. Lei insieme a un gruppo dell’università di Teramo aveva fatto una ricerca sulla lingua “Pretarola”, che è un’isola linguistica antichissima completamente differente dagli altri dialetti del posto. Tra l’altro il progetto era finanziato dalla Comunità Europea e guidato dal professor Gianfranco Spitilli, docente della facoltà di Scienze della Comunicazione. Io e lei ci eravamo sentiti telefonicamente appena una settimana fa”.

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Una ragazza solare e piena di vita

Nessuno sospettava di nulla. La morte della Iannetti è stata improvvisa e priva di logica. La donna non ha lasciato biglietti o lettere che spieghino il suo gesto. Nessuno ha potuto salvarla. La sua salma è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo. Ieri mattina il pm, dopo l’ispezione cadaverica, ha firmato il nulla osta per la sepoltura. Tutti la ricordano con grande affetto.  “Dentro quella bara non sei tu; con la gonna nera, le unghie laccate, le scarpe col tacco….senza il tuo sorriso e lo sguardo titubante. Marta tu hai il cappello di paglia e lo zainetto in spalla, mille sciarpette colorate, tu sei nel bosco a raccogliere le fascine per il fuoco, sei nel cerchio con i bambini e le bambine che hai accompagnato al fiume, sei nei canti delle tue montagne, nei racconti con cui ci hai accolto in tutte le stagioni”, dice una sua amica stretta. Petraccia, invece, la ricorda come “una ragazza sempre attiva, solare, piena di vita e di interessi”.

Elena Calabrese

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