Moglie e suocera del boss incassano per 15 anni vitalizio riservato alle vittime di camorra

Per 15 anni due donne hanno percepito il vitalizio riservato alle vittime di camorra. Finanza sequestra beni per 166mila euro

Finanza-Meteoweek.com

 

Le Fiamme Gialle di Torre Annunziata (Napoli) hanno sequestrato 166 mila euro circa di beni a moglie e suocera di un boss del clan Gionta. Le due donne, per 15 anni, hanno percepito senza alcun diritto il vitalizio per le vittime di camorra. Le due donne sono rispettivamente moglie e figlia di una delle vittime della strage di Sant’Alessandro. Tuttavia, la moglie del boss ha dichiarato di essere nubile quando ha fatto richiesta per il vitalizio, avuto nel 2002. In realtà però le cose stavano diversamente.

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Durante la strage di Sant’Alessandro, occorsa il 26 agosto 1984, 8 persone furono assassinate e altre sette ferite dai sicari della camorra di fronte a un circolo di pescatori. Tra le vittime c’era anche il padre di una delle due donne (l’altra era la moglie della vittima) che 18 anni dopo percepirono il vitalizio. Ora però, la figlia della vittima di camorra, nel frattempo, aveva sposato un uomo del clan dei Gionta, che negli anni aveva avuto l’incarico di occuparsi di racket e piazze di spaccio nell’area.

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Quando la donna aveva presentato domanda per il vitalizio aveva omesso di dire di aver sposato un affiliato del clan e aveva percepito il vitalizio assieme a sua madre. Nel 2009, poi, la Prefettura di Napoli fece dei controlli per accertare che fossero estranee ad ambienti delinquenziali ma le due donne misero in scena una finta separazione per non perdere il vitalizio.

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Ancora oggi, moglie e suocera del boss vanno a trovarlo in carcere, dove è rinchiuso per associazione di stampo mafioso, estorsione e rapina. Alle due donne le Fiamme Gialle hanno sequestrato i beni setacciando movimenti bancari e finanziari delle indagate.

Anna Di Donato

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