È morto Franco Marini, 87 anni, segretario generale della Cisl, poi presidente del Senato e poi ministro del Lavoro, segretario del Partito popolare italiano ed europarlamentare. L’uomo è morto per complicazioni legate al Covid. Infatti, a inizio gennaio era risultato positivo al coronavirus e ricoverato all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. Marini era stato dimesso a fine mese con completa guarigione del quadro respiratorio e discrete condizioni generali.
La notizia della scomparsa è stata data con un tweet da un altro esponente di lungo corso dei Popolari, Pierluigi Castagnetti che ha ricordato l’amico come “Uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera.” Anche Enrico Letta dice addio al Marini con un post social: “Profonda tristezza per la notizia della scomparsa di Franco Marini. Tanti pensieri, tanti ricordi. Un grande protagonista. Un grande amico.” Su Twitter gli rende omaggio anche il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni: “La politica come passione e organizzazione, il mondo del lavoro la sua bussola, il calore nei rapporti umani. Ci mancherà Franco Marini. Ha accompagnato i cattolici democratici nel nuovo secolo”. Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini lo saluta così: “Ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni. Uno degli artefici della nascita dell’Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il PPI scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico”.
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Marini era soprannominato da tutti “lupo marsicano” per il suo carattere da vero abruzzese, sua terra natia. Spigoloso e freddo, ma anche generoso e trasparente nei rapporti. La sua vita piena di battaglie, aneddoti, emozioni, verrà ricordata da tutti. Restano i suoi discorsi, le sue iniziative politiche, le battaglie sindacali, ma soprattutto i suoi ricordi come quando chiese udienza a Giovanni Paolo II perché intercedesse sul Cile di Pinochet per far liberare dal carcere il sindacalista Manuel Bustos. Marini era un politico puro, tutta passione, con alleati fidati e avversari riconosciuti. Si racconta che non si alzasse dal tavolo senza una decisione risolutiva, a suo modo definitiva anche nelle rotture. Ancora risuonano nell’aria le sue parole quando, nel 2006, divenne Presidente del Senato della Repubblica: “Sarò il Presidente di tutti voi con grande attenzione e rispetto per le prerogative della maggioranza e per quelle dell’opposizione come deve essere in una vera democrazia bipolare, che io credo di aver modestamente contribuito, anche con il mio apporto, a realizzare nel nostro Paese.“
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