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Economia

Cosa sapere sul btp green? Emessi 8.5 miliardi di euro, ma la domanda supera gli 80

Emesso il primo titolo di Stato green della storia della Repubblica italiana. Il Tesoro ha chiuso il collocamento del primo Btp Green, per 8,5 miliardi di euro. Il titolo, con scadenza ad aprile 2045, ha raccolto una domanda superiore agli 80 miliardi di euro. Il rendimento è stato fissato in 12 punti base al di sopra del Btp con scadenza a marzo 2041, si dovrebbe attestare quindi intorno all’1,5%. A collocare il titolo è stato un pool di banche composto da Bnp Paribas, Jp Morgan, NatWest Markets, Credit Agricole e Intesa Sanpaolo. Il nuovo titolo di Stato è dedicato “al finanziamento delle spese sostenute dallo Stato a positivo impatto ambientale”, come si legge in una nota del Mef. Ma quali sono le caratteristiche principali del nuovo strumento verde?

Lo strumento

Possiamo dire, in breve, che si tratta di Buoni del Tesoro poliennali emessi per consentire il finanziamento delle spese sostenute dallo Stato in chiave di sostenibilità. Così come previsto dalla legge di bilancio per il 2020. Va precisato che in questa prima fase i Btp green non sono offerti direttamente ai risparmiatori retail che potranno acquistarli in una seconda fase presso gli sportelli bancari. I Bond saranno infatti quotati su Mot e Mots, i due mercati dove vengono negoziati i titoli di Stato. La partita verde per ora è quindi tutta degli investitori istituzionali. Per capire la ratio dietro al Btp Green al 2045 è utile leggere il “Quadro di riferimento per l’emissione dei titoli di Stato Green” pubblicato dal Ministero lo scorso 25 febbraio.

Le spese

Il documento parla chiaro: “I proventi raccolti tramite le emissioni di titoli di Stato Green confluiranno nel Conto Disponibilità del Tesoro presso la Banca d’Italia, che raccoglie tutte le giacenze dello Stato.” Le risorse, inoltre, veranno spese con l’emissione di titoli di Stato Green, l’Italia finanzierà le spese statali per la realizzazione degli obiettivi verdi delineati dalla “Tassonomia europea delle attività sostenibili”. Tra questi goal troviamo: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e dell’ambiente marino, transizione ad un’economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento, protezione, miglioramento e ripristino della biodiversità, degli ecosistemi e dei servizi ambientali.

Leggi anche: Scuole chiuse: il governo ci ripensa e lascia l’autorità ai governatori

La rendicontazione

Queste spese, però, dovranno pur essere controllate. Secondo il Ministero: “Con frequenza annuale sarà reso pubblico un documento denominato Italian Sovereign Green Bond Allocation and Impact Report.” Si tratta di un report dedicato alle risorse reperite tramite l’emissione di titoli di Stato Green nell’anno precedente. Il documento rendiconterà lo stato di avanzamento dell’erogazione delle somme previste da ciascuna emissione di titoli Green, almeno a livello di categoria di spesa, e conterrà una scheda riepilogativa dell’avanzamento della realizzazione degli interventi finanziati. Tale rapporto verrà sottoposto, prima della pubblicazione, alla verifica di un organismo indipendente. Il documento sarà poi pubblicato in lingua inglese sul sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il mercato e l’Europa

La crescita dei volumi di obbligazioni green emesse nel settore privato evidenzia come i titoli green stiano rapidamente divenendo un segmento importante del mercato obbligazionario italiano. A fine 2020 questa categoria ha raggiunto oltre i 15 miliardi di euro in circolazione. Se si guarda a tutte le emissioni di obbligazioni sostenibili in Italia, il volume totale nel 2019 e nel 2020 supera i 20 miliardi di euro (oltre 12 miliardi euro nel 2019 e oltre 8 miliardi di euro nel 2020). Inoltre, Germania e Francia hanno già annunciato che emetteranno diverse obbligazioni green nel corso dell’anno. Berlino ha fatto sapere venderà due nuovi bond verdi, il Green Bund agosto 2031 e il Green Bund agosto 2050. A muoversi su questo fronte è anche la Francia che ha anticipato il lancio di un nuovo Green Oat a 20 anni. Oltre a Italia, Germania e Francia, si prevede che Spagna, Austria e Slovenia emetteranno i loro primi titoli verdi

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