Operatrice sanitaria positiva ma costretta a lavorare: otto gli anziani morti in una Rsa

Gravissimo focolaio di Covid-19 scoppiato in una Rsa di Trapani: all’origine del dramma una dipendente positiva costretta a lavorare. La titolare sapeva e ha nascosto la condizione dell’operatrice sanitaria. 

operatrice di Rsa positiva ma costretta a lavorare – meteoweek.com

Troppo numerosi i cluster di Covid-19 nelle strutture di assistenza sanitaria. Tra casi di sanitari no-vax, e casi legati maggiormente all'”accidentalità” della situazione (o meglio, alla negligenza del personale), in Liguria soltanto si parla di almeno tre episodi. Episodi, questi, che hanno messo in serio pericolo la salute dei pazienti ospitati. Dopo il focolaio scoppiato al Policlinico San Martino di Genova, l’ennesimo cluster legato a un operatore sanitario non vaccinato è accaduto a Lavagna (sempre a Genova), per il quale sono 9 i pazienti rimasti contagiati dal virus. E ancora, altri due operatori non vaccinati hanno provocato, presso una Rsa a Tiglieto, il contagio di ben tre pazienti, finiti poi in ospedale per tutte le cure del caso. Un caso, questo di Tiglieto, che si riallaccia alla realtà del Meridione – anche questa non indifferente ai cluster provocati a causa di drammatiche e pericolose negligenze.

Positività nascosta dalla titolare della struttura

La gravità del focolaio scoppiato all’interno della Rsa “Casa del Sorriso” di Trapani trova origine, in realtà, nell’ottobre 2020. La denuncia è però arrivata soltanto ora, ed è stata fatta pervenire da tre lavoratori della struttura – un’addetta alla lavanderia e due operatori socio sanitari. Il loro esposto, tramite l’assistenza dell’avvocato Alessio Cugini, è stato dunque presentato in Procura e sono state avviate tutte le relative indagini.

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Il cluster ha provocato una catena di contagi che ha coinvolto persino i famigliari di tre dipendenti. In particolare, però, erano stati 17 gli anziani a rimanere infettati, e a destare maggiore preoccupazione. Cinque di questi, purtroppo, sono morti presso la struttura che li ospitava, mentre altri tre sono finiti in ospedale, al Covid Hospital di Marsala. Nemmeno loro ce l’hanno fatta.

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Dalle indagini sarebbe emerso che a provocare questa catena erano stati proprio gli stessi dipendenti, costretti a lavorare nonostante la positività conclamata al virus e senza nemmeno alcun tipo di dispositivo protettivo. Nemmeno i locali dell’edificio, inoltre, pare venissero regolarmente sanificati. La positività della dipendente, inoltre, sarebbe stata nascosta dalla titolare e legale rappresentante della società.

Valeria Girardi

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