Le primarie del PD a Roma – come ampiamente annunciato – indicano l’ex ministro dell’Economia come candidato sindaco: per lui circa il 62% delle preferenze.
Una vittoria netta, che era in parte ampiamente annunciata. Anzi, a voler dare ascolto ai più critici, era scontata. Ma comunque la candidatura di Roberto Gualtieri al ruolo di candidato sindaco per il Partito Democratico a Roma è dovuta passare attraverso il passaggio delle elezioni primarie: gli elettori dem della capitale hanno avuto la possibilità di esprimersi. E dunque l’ex ministro dell’Economia del governo Conte se la vedrà nella sfida a 4 per il governo della capitale d’Italia con Virginia Raggi, Enrico Michetti e Carlo Calenda.
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Gualtieri a ha portato a casa un successo ampio, attorno al 62% delle preferenze, distanziando di molti punti percentuali gli altri candidati: la seconda piazza spetta infatti a Giovanni Caudo, presidente del Municipio III, che ha ottenuto il 15%. La terza posizione invece se la contendono Imma Battaglia di Liberare Roma e Paolo Ciani di Demos, posizionati attorno al 7%. Il risultato – come detto – non era praticamente in discussione. La buona notizia per il Pd romano arriva soprattutto dal dato della partecipazione, che alla vigilia si temeva fosse bassa: tra la prima domenica di grande caldo estivo, la pandemia di Covid comunque ancora attiva e la partita dell’Italia a metà pomeriggio, il timore di una bassa affluenza ai gazebo era abbastanza diffusa .
Alla fine invece i votanti, tra gazebo e piattaforma on line, sono stati circa 45mila, poco più dei 43mila della consultazione cittadina del 2016. “La prima scommessa è vinta. Le primarie a Roma e Bologna sono un successo di popolo e pur in epoca Covid hanno affluenza come preCovid“, ha commentati Enrico Letta su Twitter. “Il successo di Lepore e Gualtieri – prosegue il segretario Pd – dimostra che abbiamo avuto ragione a non aver paura a farle perché il popolo di centrosinistra è con noi”. Lo stesso Gualtieri, parlando nel comitato allestito dalla coalizione per gestire i dati, ribadisce: “È andata come speravamo, una bellissima giornata di partecipazione e democrazia. Una partecipazione alta, siamo contenti. Sono onorato per la fiducia che mi è stata accordata”. Poi, in merito ai 6 sfidanti ai gazebo, aggiunge: “Da domani tutti uniti, si lavora per rilanciare Roma”.
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Nel corso della giornata si era registrata qualche polemica, con Caudo che aveva parlato di “notizie di comportamenti sospetti in alcuni seggi“ invitando al voto “secondo le regole e i principi di lealta’”. Alcune voci nei giorni scorsi avevano sostenuto che militanti vicini a Carlo Calenda avessero invitato a sostenere proprio l’urbanista ai gazebo. Gualtieri, dopo aver salutato tutti gli sfidanti, ha concluso: “Siamo una squadra unita, un po’ come l’Italia di Roberto Mancini, molto determinati a fare un lavoro fino a ottobre, allargandoci a tutte le forze sociali con un grande patto per rilanciare Roma”. Retorica a parte, l’impressione che a Roma (e non solo) il Pd abbia preferito “calare dall’alto” un candidato dell’establishment più che dare spazio alle proposte dei territori è fortissima. Le urne – quelle “vere”, di ottobre – diranno se la scelta di puntare tutto su Gualtieri sarà stata quella giusta.
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