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Quirinale: elezioni alle porte, è ancora caos sui possibili nomi

A due settimane dalla “prima chiama” in parlamento per votare il nuovo presidente della Repubblica, non c’è chiarezza sui nomi e sulle intenzioni dei partiti. Pesa l’incognita Draghi.

Mattarella e Draghi, possibile staffetta al Quirinale

Mario Draghi. Marta Cartabia. Silvio Berlusconi. Giuliano Amato. Sergio Mattarella “bis”. Walter Veltroni. Questi i nomi – e non sono nemmeno tutti – che negli ultimi mesi sono saltati fuori per immaginare dei possibili candidati al ruolo di Presidente della Repubblica. Alcune ipotesi sono più valide, altre sono piuttosto suggestioni: sappiamo che l’elezione del Capo dello Stato è caratterizzata da accordi politici spesso legati ad un filo, e che non è sempre possibile collegare dei nomi a determinati schieramenti politici.

Ormai abbiamo una data: 24 gennaio. E’ questo il giorno che il presidente della Camera Roberto Fico ha scelto per dare il via alla prima votazione per eleggere il nuovo presidente. D’altronde i tempi sono abbastanza stretti: il mandato settennale di Mattarella termina il 3 febbraio, e in una fase politico-istituzionale come quella che stiamo vivendo è importante avere riferimenti certi. Il tempo tecnico per eleggere il nuovo presidente ovviamente c’è: ammettendo che i due terzi dei votanti – maggioranza richiesta per eleggere il nuovo capo dello Stato nei primi tre scrutini – non sia raggiungibile al netto delle attuali condizioni politiche, basterebbe arrivare alla quarta votazione per arrivare all’elezione.

Mattarella e Draghi, possibile staffetta al Quirinale

Dal quarto scrutinio in poi, infatti, è necessaria la maggioranza assoluta. Risultato più facile da ottenere, a patto che ci sia una convergenza abbastanza condivisa nella maggioranza su un nome. Ma al momento siamo lontani da questa condizione: il centrodestra sta facendo la sua partita, facendo più o meno finta di convergere su Silvio Berlusconi. Il PD sembra navigare un pò a vista, indeciso se puntare su Draghi o meno. Ma decidere di mandare al Quirinale l’attuale presidente del Consiglio significherebbe assumersi il rischio di far saltare il governo: chi riuscirebbe, al momento, se non Draghi a mantenere compatta questa eterogenea maggioranza?

Gli altri nomi appaiono solo suggestioni, come detto. Che potrebbero acquistare credibilità soltanto in caso di accordi che al momento non sembrano esserci. C’è poi l’opzione del Mattarella bis: l’attuale presidente ha già fatto capire di non averne la minima intenzione, ma qualcuno – anche solo per prendere tempo – potrebbe chiederglielo lo stesso. Un pò come avvenne con Napolitano: non sapendo cosa fare, teniamoci quello che c’è. Anche a costo di forzare la prassi istituzionale e, in questo caso, anche la volontà di Sergio Mattarella.

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