La Procura accusa: un ex dirigente della Asl avrebbe certificato manutenzioni mai avvenute. Sul banco degli imputati anche un manager.
Il processo inizierà a ottobre del prossimo anno. Anche la Regione Lazio si costituirà parte civile.
La manutenzione non veniva svolta. Ma i soldi arrivavano comunque grazie a certificati di conformità falsificati. Una truffa da 10 milioni e 450mila di euro. Avvenuta, per la Procura, negli ospedali dell’Asl Roma 2. A beneficiare dei pagamenti per servizi carenti o mai eseguiti era, a detta della Procura, la Siram spa. A capo di un gruppo di imprese avrebbe dovuto fornire sistemi energetici a basso consumo negli ospedali Sant’Eugenio, Sandro Pertini e Cto. A coprire il disservizio sarebbe stato invece un (ex) dirigente dell’azienda sanitaria: Valerio Camponeschi, che provvedeva ad alterare la documentazione.
È questa la tesi sostenuta dalla Procura, che ha rinviato a giudizio Camponeschi accusandolo di truffa aggravata ai danni del sistema sanitario regionale e falso. A processo, con le medesime contestazioni, il gup ha mandato anche Roberto Di Fabio, contract manager della Siram. Si comincerà nell’ottobre del 2023. Nel dibattimento la Regione Lazio e l’Asl Roma 2 si costituiranno parti civili.
Nel mirino dell’accusa è finito anche anche un altro manager, questa volta per tentata truffa. È Crescenzio De Stasio, altro contract manager della Siram. Secondo il pm avrebbe cercato di ottenere un finanziamento da 12 milioni presentando verifiche sulla manutenzione in realtà mai avvenute. Un’operazione andata a monte per via dei controlli partiti dopo che erano emerse le criticità della documentazione avallata da Camponeschi – non coinvolto in questo secondo capo di imputazione.
Il Corriere della sera ha riportato la storia dell’appalto vinto nel 2008 dalla Siram. Lo aveva bandito l’Asl Roma C (poi confluita nell’Asl Roma 2). La gara aveva come oggetto la fornitura e la gestione dei vettori energetici negli ospedali di quella Asl.
Una prima fase prevede l’installazione, negli ospedali, di impianti fotovoltaici, sistemi d’illuminazione a led, termoregolatori ed elettropompe. Fin qui tutto bene: il lavoro viene eseguito a regola d’arte e secondo la tempistica prevista. È nella seconda fase del capitolato – quella della manutenzione – che vengono a galla i problemi.
Toccherebbe vigliare a Camponeschi: è lui infatti a supervisionare l’appalto per l’Asl. A lui spetta di assicurarsi che la Siram osservi gli impegni sottoscritti. Ma ciò non succede perché, stando alla Procura, in accordo con Di Fabio il dirigente altera misurazioni e controlli. Così certifica verifiche mai avvenute. Certificazioni che avrebbero poi permesso al manager di passare all’incasso presso la Asl.
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