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Politica

Gelmini lascia Forza Italia: “Partito disciolto nel populismo salviniano”

La ministra di Forza Italia ha deciso di lasciare il partito di Berlusconi dopo 25 anni. Sono i primi effetti del voto di ieri al Senato. Per Gelmini FI oramai è asservita alle decisioni Salvini, diventando una succursale della politica populista della Lega.

Non è andata giù a Mariastella Gelmini la strategia di FI di approfittare della crisi di governo innescata dai 5 Stelle per far cadere Draghi. La ministra per gli Affari regionali e le Autonomie attacca duramente il suo partito, prendendo una decisione che appare quasi incredibile: abbandona Forza Italia.

Dopo 25 anni e una fedeltà quasi incrollabile nei confronti del suo leader Silvio Berlusconi, Gelmini non sarà più parte della sua compagine e il suo futuro appare decisamente incerto. “Non ho preso alcuna decisione, non so cosa farò. Rifletto, ci penserò” dichiara la ministra. Gelmini ieri aveva urlato dai banchi dell’Aula “State facendo cadere il governo per seguire la linea della Ronzulli” putando il dito in direzione della senatrice, seduta vicino ai forzisti Gallone e Toffanin. La replica di Licia Ronzulli è offensiva: “Prenditi uno Xanax, la linea da noi la dà solo Berlusconi“. Momenti di tensione che sono proseguiti anche fuori dall’Aula.

“FI DOVEVA STARE CON DRAGHI”

Sulla decisione del partito di non votare la fiducia a Draghi, Gelmini afferma che che “quello che è successo ieri è gravissimo. La crisi si era aperta a causa delle convulsioni del M5S: non era facile riuscire a prendersi la responsabilità di portare il Paese al voto in mezzo a una crisi senza precedenti, con l’inflazione ai massimi da quaranta anni, e una guerra. La FI che ho conosciuto in questi venticinque anni di militanza e di impegno politico, sarebbe stata dalla parte di Mario Draghi, che ha fatto un ottimo lavoro, è un convinto europeista, e che certo non è di sinistra“.

E allora per quale motivo il Centrodestra ha deciso di abbandonare il governo di Mario Draghi? “Lega e FI il governo lo hanno sempre sopportato e non supportato – sostiene Gelmini -. E già dalla settimana scorsa la Lega ha cominciato a mettere paletti, fino ad arrivare a prefigurare la richiesta di sostituire un ministro come Lamorgese (che non è dei 5 Stelle!), senza che da FI si alzasse una sola voce critica. La gestione di ieri è stata la rappresentazione dell’appiattimento acritico sulla Lega ed è stato il colpo definitivo di una storia ultra ventennale di battaglie liberali, riformiste ed europeiste. Avranno anche il consenso dei tassisti probabilmente, ma non quello di chi crede nelle riforme, nell’UE, nel liberalismo e nella concorrenza. Non potevo restare un minuto in più in un partito che non riconosco“.

Però la proposta di Lega e Forza Italia di continuare con Draghi c’era, sebbene prevedesse un governo senza i pentastellati. “Sì, dopo che il premier ha ribadito che non ci sarebbe stato un altro governo da lui guidato… – continua la ministra — Potevano direttamente chiedere le urne. Sarebbe stato più onesto“.

L’ATTACCO ALLA LEGA

Il centrodestra non è più tale e non è neanche una destra-centro – sostiene -. È semplicemente un cartello elettorale populista e sovranista: si uniscono per vincere ma hanno posizioni diverse su tutto. Dai vaccini, alla politica estera. Lega, FI e FdI hanno sostenuto fino a ieri tesi diverse, pure sul Pnrr con la Meloni. Anche ammesso che questa destra, che è riuscita anche a ‘consegnare’ Draghi alla sinistra, vinca le elezioni, difficilmente riuscirà a guidare il Paese verso la direzione giusta“.

Secondo Gelmini “Forza Italia si è disciolta nel populismo salviniano. La FI che ho conosciuto non avrebbe avuto dubbi nello scegliere fra Draghi e le pulsioni sovraniste di Salvini, e non avrebbe permesso che il presidente Berlusconi, che ha fatto grandi cose per il Paese, e che ha pagato per questo un prezzo alto, si allineasse a questa destra. Ho provato a convincerlo, ma è evidente che ha fatto la sua scelta, e io ho fatto la mia. Continuo a nutrire per lui stima e affetto. Pensare però che questa storia politica venga dissipata dentro la nuova destra trumpista e lepenista, mi addolora molto. Ma non posso far finta di nulla“.

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