Robin Gosens ha rilasciato alcune dichiarazioni importanti in merito alla sua permanenza all’Inter: i tifosi sono rimasti a bocca aperta.
Per due sole volte dall’inizio del campionato i nerazzurri sono riusciti a terminare la gara con la porta inviolata, undici gol subiti e una difesa irriconoscibile rispetto alle stagioni passate. La terza miglior difesa dello scorso campionato sembra non esserci più.
I nerazzurri sono tornati da Udine con più perplessità del viaggio di andata, una sconfitta pesante e difficile da mandare giù. La sosta per le gare delle Nazionali potrebbe rappresentare un punto di ripartenza, azzerare ciò che è successo fino ad ora nel bene e nel male e iniziare ora con il piede giusto fino al 13 novembre.
Chi sembrerebbe di questa idea è Robin Gosens che dal suo approdo a Milano sta affrontando giorno dopo giorno la sua mini crisi per tornare a essere l’esterno sinistro che abbiamo conosciuto a Bergamo. Robin Gosens parla direttamente dalla Germania, in un’intervista rilasciata a Sport1.de, nella quale lascia intendere che è pronto a riprendersi il suo posto in campo.
“Gioco in un top club mondiale e sono felice all’Inter“. L’obiettivo dell’ex Atalanta è quello di affermarsi in questo grande club. “Adesso devo giocare tre, quattro, cinque partite consecutive, sto lavorando per questo“.
Fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno di calciomercato Robin sembrava destinato a lasciare i nerazzurri per approdare in Germania a Bayern Leverkusen, fortemente interessato a lui: “Ho parlato al telefono con Simon Rolfes (direttore sportivo del club tedesco) e abbiamo avuto uno scambio sincero e aperto. Gli ho detto che non sono ancora finito all’Inter e che vorrei lottare. Mi sento molto bene ora all’Inter e di certo non sono qui contro la mia volontà. Sono super motivato, anche se sono soddisfatto solo quando sono in campo: questo è un obiettivo che ho con me stesso“.
L’esterno sinistro spiega di essersi messo alle spalle un anno di sofferenza ed è naturalmente felice di essere di nuovo qui. La convocazione con la nazionale la vede come un premio per il duro lavoro. “Ma il biglietto per il Mondiale in Qatar non è sicuramente ancora nelle mie mani. Non sono ancora in quello stato di forma nel quale ero a Bergamo quando le mie prestazioni erano ottime: ci sono vicino, ma so allo stesso tempo che c’è ancora molto su cui lavorare“.
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