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Cronaca

Accoltella a morte il padre dopo un litigio: troppo alto il volume della tv

C.E., 42 anni, si trovava in cura presso un Centro salute mentale, ma lo ritenevano innocuo. Aperta indagine per comprendere se vi siano state omissioni

Un tragico delitto è occorso la scorsa domenica, 9 ottobre, verso le 19. I residenti di via Novella, a Genova, hanno udito delle grida provenire dal primo piano di un edificio.

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Non avrebbero mai immaginato che C.E., 42 anni, uomo che soffriva di problemi dal punto di vista psichiatrico, ma che tutti ritenevano fosse innocuo, stesse accoltellando a morte suo padre, Francesco, 77 anni, pensionato. L’uomo è stato ucciso con 14 coltellate al petto e 7 alla schiena, una vera furia, da quando hanno detto moglie e figlia dell’uomo alla polizia.

La ragione sarebbe che il volume della televisione era troppo alto. Il 42enne era sotto cura in un centro salute mentale, con una apposita terapia da seguire, e gli inquirenti dovranno capire cosa non abbia funzionato delle suddette terapie o se l’uomo, magari, non prendeva più i farmaci prescrittigli.

In loco sono giunti i poliziotti, chiamati dalle donne, e la scientifica. Quando è stato arrestato, il 42enne, poi accompagnato in questura, non ha detto neppure una parola, si è costituito senza battere ciglio alle forze dell’ordine.

Alla base del raptus dell’uomo, ci sarebbe il volume della tv troppo elevato, e lui non sarebbe riuscito a riposare. Le due donne avrebbero cercato di calmare l’uomo in ogni modo, ma senza successo. Quando sono sopraggiunti i soccorsi, il 77enne era morto. Forse, letale è stato uno dei fendenti che lo hanno colpito al cuore.

Da quanto si apprende dalla polizia, non ci sarebbero stati episodi di violenza in quella casa, almeno non erano mai stati denunciati. I vicini della famiglia hanno asserito che la famiglia portava avanti una vita assolutamente “normale”.

Il delitto avvenuto ieri sera, richiama per certi versi l’omicidio occorso da un altro uomo di 42 anni, Alberto Scagni, avvenuto anch’esso a Genova. Lo scorso 1° maggio, infatti, Alberti uccise sua sorella Alice, sotto la sua abitazione. In quel caso, il killer, che aveva anche dei problemi dal punto di vista psicologico, non era seguito dai servizi sociali e avrebbe dovuto cominciare una terapia con il centro salute mentale il giorno seguente al delitto.

 

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