Esecuzione pubblica per un altro dei manifestanti arrestati per le proteste contro il governo scoppiate attorno alla metà di settembre.
È la seconda esecuzione pubblica dopo quella avvenuta qualche giorno fa. Sono migliaia i manifestanti arrestati dal regime iraniano, che continua a usare il pugno duro.
Il primo era stato Mohsen Shekar, il 23enne giustiziato l’8 dicembre per le manifestazioni di proteste in Iran. Adesso le autorità iraniane hanno giustiziato un secondo manifestante tra le migliaia arrestate in questi mesi. La seconda condanna a morte inflitta da Teheran ha riguardato Majidreza Rahnavard. Lo hanno giustiziato pubblicamente a Mashhad, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa della magistratura iraniana, Mizan.
A rilanciare la notizia è stato il network con base a Londra Iran International. Il giovane giustiziato era accusato di aver accoltellato a morte due membri della forza paramilitare dei Basij, mobilitata per reprimere le proteste contro il governo in corso in Iran da metà settembre.
Gholam Ali Sadeghi, capo della magistratura locale, dopo l’esecuzione della sentenza di morte ha ringraziato polizia e agenti di sicurezza per “aver stabilito l’ordine e la sicurezza e essersi occupati di rivoltosi e delinquenti”. Rahnavard così diventa il secondo manifestante a essere giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato a Teheran per il crimine di “guerra contro Dio”.
“Majidreza Rahnavard, condannato a morte il 29 novembre per aver accoltellato due agenti di sicurezza e ferito altri quattro”, è stato giustiziato pubblicamente nella città di Mashhad, ha resto noto Mizan. Il giovane era finito agli arresti lo scorso 17 novembre mentre tentava di scappare dal Paese, ha spiegato l’agenzia.
Non si ferma dunque la linea repressiva adottata dal regime iraniano per soffocare le proteste scatenate, il 16 settembre, dalla morte della giovane Mahsa Amini. Una uccisione per la quale è stata ritenuta responsabile la polizia morale di Teheran.
Si contano a migliaia le persone arrestate, per la gran parte giovani studenti e attivisti ma anche minorenni, durante le manifestazioni che in alcune zone dell’Iran hanno assunto toni violenti. Lo scorso giovedì il 23enne Mohsen Shekari è stato il primo manifestante a essere giustiziato. I giudici lo avevano condannato per aver bloccato una strada nella capitale Teheran e aver ferito un paramilitare nelle prime settimane delle manifestazioni.
Quando è giunto l’annuncio che la condanna a morte nei suoi confronti era stata eseguita si sono levate molte voci di condanna da parte dei governi occidentali e da parte dell’ONU.
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