Ponte Morandi, nel crollo un camion pieno di droga: “Io questi 900 chili glieli voglio fottere”. La ‘ndrangheta aveva tentato il recupero del mezzo, dal valore di milioni di euro.
Secondo quanto emerso da una intercettazione dei carabinieri del Ros di Reggio Calabria, risalente a marzo 2020, a crollare insieme al Ponte Morandi vi sarebbe stato anche un camion che stava trasportando droga.
L’intercettazione è stata effettuata nell’ambito dell’indagine antimafia che ha portato all’arresto di 48 persone nella giornata di ieri. Dalla conversazione emerge che il mezzo precipitato contenesse al suo 900 chili di hashish – che i clan della ‘ndrangheta avrebbero cercato in tutti i modi di recuperare.
Nel disastro del ponte Morandi è rimasto coinvolto anche un furgone, un euro cargo giallo con all’interno una cella frigorifera. Nessuno, però, si sarebbe certo aspettato che all’interno del mezzo potessero esserci 900 chili di hashish. La vicenda è emersa grazie a una intercettazione ambientale del marzo 2020, effettuata dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria nell’ambito di un’indagine antimafia.
Nella conversazione si sentono le voci del boss del clan Bellocco di Rosarno, Francesco Benito Palaia, e del suo braccio destro Rosario Caminiti. Nell’intercettazione è possibile ascoltare i due mentre parlano dei futuri traffici di sostanze stupefacenti, e mentre fanno riferimento proprio al coinvolgimento del cargo frigo giallo nel crollo del ponte Morandi. Un furgone, questo, che “vale milioni di euro” per via del suo contenuto.
“Io questi 900 chili glieli voglio fottere, dice, e tu hai la possibilità di prendertelo tutto… Gli ho chiesto in che senso. Io posso fare una cosa, gli ho detto, facciamo 50 e 50, io lo vendo e il 50% lo prendi tu, tanto tu non l’hai pagato”, spiega il boss 49enne, finito ieri in carcere, al suo affiliato. Una spartizione, questa, che sarebbe avvenuta con il trasporto del rottame pieno di droga fino in Calabria. “Gli hanno detto che l’avevano confiscato, ma ora lo hanno spostato da Latina a Frosinone e c’è la possibilità di andarlo a prendere. Ci vuole un carrellone e lo porto direttamente in Calabria”, spiega Palaia a Carminiti.
Un piano, questo, che avrebbe permesso di portare la partita di droga direttamente nelle mani di due importanti clan malavitosi campani, ovvero quelli dell’area di Secondigliano e di Scampia: gli stessi che, tra l’altro, avevano ingaggiato Palaia proprio per recuperare il prezioso furgone. Un colpo da milioni di euro (stimato dagli inquirenti in 4mila euro al chilo), che avrebbe fatto gola ai baroni della droga e dello spaccio.
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