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Politica

Prescrizione, ancora divisa la maggioranza: resta il no dei 5Stelle

Ancora divisa la maggioranza, in merito alla riforma sulla prescrizione: il partito di Renzi vuole ottenere un rinvio dell’entrata in vigore, ma i 5Stelle confermano il no. Accordo, invece, sulla questione delle intercettazioni.

Nuovi sviluppi provenienti dal vertice di oggi: spunta un promettente accordo “di massima” in merito alle correzioni da apportare alla riforma Orlando sulle intercettazioni, così come sul rinvio al 2 marzo per la sua entrata in vigore. Tuttavia, la maggioranza è ancora divisa e si scontra sul nodo prescrizione. La discussione è stata ora aggiornata al 7 gennaio 2020, data successiva all’entrata in vigore della riforma (che ricordiamo è prevista per il primo giorno dell’anno), e si sono sollevate diverse proteste e polemiche tra le fila di Italia viva.

Leggi qui: Prescrizione ed intercettazioni, il Governo trova un accordo
Guarda anche: Salvini sul caso Gregoretti: “Scelte condivise con Di Maio e Conte”

Maggioranza: scontro sul nodo prescrizione, “inutile” rivedersi il 7 gennaio

Al termine del vertice durato circa tre ore, alcune fonti interne al partito di Matteo Renzi hanno fatto trapelare il loro disappunto in merito alla decisione improntata sul nodo prescrizione. Secondo i membri di Italia Viva, infatti, sarebbe del tutto “inutile” riunirsi in un nuovo vertice il 7 gennaio 2020, dopo cioè che la prescrizione sarà già entrata in vigore.

Il partito di Renzi, inoltre, ha “chiesto che si affrontasse il tema della prescrizione con la stessa urgenza con cui è stato affrontato quello delle intercettazioni”, poiché “se si può inserire nel dl proroghe una norma sulle intercettazioni allora è possibile ottenerla anche per bloccare la decorrenza dei termini della prescrizione”. Del resto, favorevole al rinvio, oltre a Italia viva, è anche Maria Elena Boschi del Pd, che insieme ai renziani avrebbe insistito a lungo sulla tematica incontrando però l’irremovibile ‘no’ di Bonafede.

Il no di Bonafede, Pd insoddisfatto

Restano infatti molto evidenti le “divergenze” all’interno della maggioranza: un inghippo intestino, questo, che dal Movimento 5 Stelle è stato capitanato dal ministro Bonafede. Il pentastellato ha comunque espresso il suo “orgoglio“, sul fatto che la la riforma targata M5s entrerà comunque in vigore, come previsto, dal primo gennaio.

Sempre dal Pd, sul nodo prescrizione si è espresso anche Walter Verini, che uscendo dopo il vertice da Palazzo Chigi ha così comunicato ai giornalisti: “Sul tema della riforma del processo penale, come Pd, abbiamo detto che non ci soddisfa come entrerà in vigore la riforma della prescrizione. Abbiamo riproposto necessità durata ragionevole dei processi perché i cittadini ne hanno diritto. Non c’è stata quindi una convergenza finale, tanto che abbiamo deciso di rivederci il 7 gennaio”.

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