Malmkrog | Il trailer del film d’apertura della Berlinale 2020

Variety ha avuto accesso esclusivo al trailer di Malmkrog di Cristi Puiu, il film d’apertura del Festival del cinema di Berlino

Shellac gestisce le vendite mondiali della pellicola presentata alla Berlinale. La storia della pellicola è ambientata nella casa padronale di un aristocratico e proprietario terriero residente in Transilvania. Tra gli ospiti scelti che potranno trascorrere le vacanze di Natale nella casa ci sono un politico, una giovane contessa e un generale con sua moglie.

Nel corso di sontuosi pasti e giochi di società, gli ospiti discutono di progresso e moralità, morte e Anticristo. Man mano che il dibattito si fa più acceso, iniziano a emergere fratture culturali e il clima diventa sempre più teso.

Malmkrog | Le parole del regista e l’ispirazione per il film

Il film drammatico della durata di 200 minuti si basa su un testo del filosofo russo Vladimir Solovyov. Il regista ha detto: “I problemi posti dall’adattamento di un evento reale per lo schermo sono in gran parte contigui a quelli che si presentano quando si crea una versione cinematografica di un testo letterario. Il rischio di manipolare eventi o distorcere l’intenzione dell’autore al fine di far avanzare le proprie idee sembra quasi insormontabile.”

Malmkrog | Il trailer

Potete vedere il trailer andando sul LINK FONTE essendo il video un’esclusiva.

Il regista ha descritto la sfida di adattare le “Tre conversazioni” di Solovyov per lo schermo come un “compito doppiamente oneroso. Da un lato, si deve ricreare un’epoca, con il suo linguaggio, le sue tradizioni e i suoi costumi. Dall’altro, si deve rispettare lo spirito di “Tre conversazioni” e quindi le intenzioni del suo autore. Allo stesso tempo, per quanto riguarda il cinema, il testo mi costringe a riformulare gran parte di tutto ciò che ha a che fare con l’immagine, la recitazione e l’ambientazione all’interno di una storia raccontata al passato.”

Leggi anche: Berlinale 2020 | ecco quali sono i film più attesi del festival

Ha poi continuato dicendo: “Ho deciso di concepire il film come un interrogatorio sul cinema e sulla memoria, permettendomi di immaginarlo passo dopo passo ogni giorno. Tenendo conto di ogni vibrazione dello spazio, ogni cambiamento della luce del giorno, ogni fluttuazione del tempo, ogni spasmo del mio intuito. Questi sono i limiti entro i quali intendo installare la mia interpretazione personale di un testo che ritengo, in molti modi, profetico.”

Sara Simonato

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