Le istruzioni per capire meglio il Dpcm 26 aprile e scoprire dove e come ci si potrà muovere senza incorrere in sanzioni di alcun tipo.
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Ci siamo: manca ormai pochissimo al 4 maggio, data in cui, secondo le disposizioni governative ci si potrà spostare verso domicilio, residenza e dimora. In base all’articolo 43 del Codice civile il domicilio è «il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi». Il domicilio coincide in genere, ma non necessariamente, con la residenza per cui serve un documento apposito rilasciato dal municipio a seguito di verifica da parte dell’autorità. E la dimora? Inquadra la persona nello spazio nel dettato dell’articolo 43 del Codice civile e a cui si riferiscono anche altre disposizioni di legge, come quelle relative alle notifiche, alla competenza dei reati commessi all’estero o il foro competente per le cause civili. L’articolo 43 del codice civile identifica la residenza come la dimora abituale. Si deduce quindi che la dimora, distinta dalla residenza, è quella temporanea. Si tratta del luogo in cui una persona si trova momentaneamente per un certo periodo di tempo. C’è ancora più confusione? E’ comprensibile!
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“Lo dico in maniera chiara, a costo di apparire impopolare: il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Dobbiamo avere consapevolezza che il virus continua a circolare nella nostra comunità”, ha detto Conte, ricordando che al momento in Italia ci sono ancora almeno 104mila persone attualmente positive al Covid-19. “Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti. Il 4 maggio è il primo passo affinché il Paese possa incamminarsi sulla strada di una conquista di una vita serena: questa fase sarà di convivenza con il virus e non di liberazione dal virus. Passare dalla politica del ‘chiudiamo tutto’ al ‘riapriamo tutto’ rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi”. Servirebbe, però, un po’ di chiarezza per fare in modo di non incorrere in sanzioni a causa della tanta confusione dilagante. Chiarire è l’imperativo che dovrebbe avere il governo in questo momento per permettere ai cittadini di rispettare le regole.
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