Safiria Leccese dice addio alla televisione ? Ecco cosa fa oggi la giornalista di Studio Aperto, che ha scritto due libri.
Durante il lockdown Safiria Leccese, ex mezzobusto del Tg di Studio Aperto, ha dato alle stampe il suo secondo libro La ricchezza del bene – Storie di imprenditori tra anima e business (Edizioni Terra Santa) riscuotendo un notevole successo di vendite.
Le sue apparizioni televisive si sono diradate sempre di più fino alla scomparsa della giornalista 50enne dai radar.
Le ultime presenze della Leccese in televisione risalgono al 2016 e alla conduzione de La strada dei miracoli su Rete 4: il programma fece il pieno di spettatori fedeli. Poi Safiria fu avvistata anche in un’ospitata da Paolo Bonolis a Ciao Darwin 7.
La Strada dei Miracoli si è guadagnato uno spazio di tutto rispetto nei palinsesti televisivi, caratterizzato dalla presenza fissa della statuina della Madonna in primo piano, i continui servizi di approfondimento su Medjugorje, le ospitate di Paolo Brosio e Alessandro Cecchi Paone oltre a quella apprezzatissima di don Davide Banzato.
In seguito a quell’esperienza la Leccese scrisse un volumetto dallo stesso titolo del programma edito da Piemme, al quale segue questa seconda fatica letteraria, descritta dalla giornalista in persona.
“Storie di carne, esempi di un’imprenditoria che fa profitti importanti, mai realizzati calpestando le persone ma, anzi, valorizzandole. Per entrare in ogni storia sono andata sul posto, ho visitato le sedi centrali, ho trascorso del tempo con i fondatori, gli imprenditori, gli amministratori delegati, i collaboratori e i dipendenti; mi sono fatta raccontare dalla viva voce dei protagonisti come sono nate queste realtà e le iniziative di solidarietà e sostenibilità che hanno realizzato in Italia e nel mondo”, ha spiegato Safiria Leccese rispetto al suo secondo libro.
E aggiunge: “Mi riesce difficile chiamarle “aziende”, perché per quanto grandi, alcune leader a livello mondiale, per me hanno acquisito un nome e un volto, che ha dietro altri volti: genitori, mogli rimaste apparentemente dietro le quinte ma determinanti, collaboratori preziosi nel momento del bisogno. Non sono aziende, sono vite impastate in un’avventura imprenditoriale che dal nulla ha preso il via grazie a un’intuizione, seguita da una passione, messa a frutto da un talento”.
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