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Politica

Coronavirus, quali sono i 21 criteri del Cts per suddividere l’Italia in zone

Il nuovo Dpcm suddivide l’Italia in zone gialle, arancioni o rosse a seconda della gravità dell’emergenza coronavirus nelle Regioni.

Credit: Pixabay

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm con le nuove misure restrittive anti-Covid. Al suo interno vengono delineate le regole che saranno valide per l’intero territorio nazionale, ma anche i provvedimenti limitati alle aree in cui il rischio di diffusione del virus è più alto.

Le 3 zone d’Italia

Il Paese sarà dunque suddiviso in 3 zone: gialla, arancione e rossa. Saranno considerate zona arancione, cioè ad “alto” rischio, le Regioni che rientrano nello scenario 3 del documento “prevenzione e risposta a COVID-19”, diffuso lo scorso 12 ottobre dall’Istituto superiore di sanità. Zona rossa, invece, per i territori entrati nello scenario 4.

I 21 criteri del Cts

La suddivisione dell’Italia, inoltre, verrà eseguita in base ai 21 criteri studiati dal Comitato tecnico scientifico (Cts). Ad annunciare i dati al governo saranno i presidenti della Regioni, ma lo spostamento di una Regione da una fascia all’altra dovrebbe avvenire con ordinanza del Ministero della Salute, che potrebbe scavalcare i governatori.

I criteri opzionali

Tra i 21 criteri da prendere in considerazione, 5 sono opzionali. Tutti gli altri sono da tenere sempre in considerazione. Ecco quali sono:

Tra i criteri opzionali rientra il numero di checklist (elenco delle voci corrispondenti ai controlli da eseguire nelle varie fasi di operazioni complesse) somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie e il numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata. 

Ma anche il tempo tra la data di inizio dei sintomi e la data dell’inizio dell’isolamento, il numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana e la somma degli accessi al Pronto Soccorso con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19.

I criteri non opzionali

I dati che invece dovranno essere presi sempre in considerazione saranno: il numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data di inizio dei sintomi in rapporto al totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo. Il numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia Intensia) in cui è indicata la data di ricovero in rapporto al totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

I ricoveri

E ancora: il numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento o ricovero in reparto di terapia intensiva in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI, in rapporto al totale dei casi con storia di trasferimento o ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

Il numero dei casi nella Regione in rapporto al totale

Verrà tenuto sotto osservazione il numero dei casi notificati in un mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza, in rapporto al totale dei casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo. Saranno fondamentali gli indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti, come la percentuale di tamponi positivi.

Il tempo tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi

Parametro fondamentale sarà anche il tempo tra la data di inizio dei sintomi e la data della diagnosi di Covid, così come il numero, la tipologia di figure professionali e il tempo dedicato da ogni persona in ciascun servizio territoriale al contact-tracing. Lo stesso tipo di controllo verrà fatto per ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo e di invio ai laboratori di riferimento e per il monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

L’indice di contagiosità

A determinare il passaggio di una Regione da una zona all’altra sarà il numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti, in rapporto al totale di nuovi casi di infezione confermati.

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