Origini Covid, Cina: non è partito da Wuhan, ma dai surgelati. La Cina insiste, ecco le loro ipotesi apparse sul Quotidiano del Popolo
In Cina ormai da diversi mesi, la curva epidemica è abbondantemente tenuta a bada, con non più di 10-20 casi al giorno, prevalentemente da persone che arrivano dall’estero. Ma la stampa di Pechino in questi giorni, basandosi su dichiarazioni di scienziati del posto, sta tentando di imporre una versione secondo cui il Covid non avrebbe origine dal noto mercato alimentare (che vendeva anche pipistrelli) di Wuhan, dove un anno fa sono emersi primi casi di polmonite anomala.
Il Quotidiano del Popolo sostiene infatti che “ogni prova disponibile” porta a pensare che il Covid sia solo emerso in Cina, ma che in realtà il contagio non sarebbe partito da Wuhan, ma tramite derrate alimentari surgelate di importazione estera. Dunque per gli scienziati cinesi, l’ipotesi sarebbe che il salto di specie con conseguente trasmissione del virus tra persone sarebbe avvenuta nel “subcontinente indiano“. E quindi, secondo la suddetta teoria, il mercato di Wuhan avrebbe funto solo da “amplificatore” del contagio. A detta di Wu Zunyou, dirigente Centro controllo malattie infettive Pechino, “i primi contagiati di Wuhan lavoravano nell’area del pesce surgelato del mercato Huanan“.
Questa ipotesi sarebbe nata a metà giugno, quando a Pechino esplose un focolaio Covid nel mercato Xinfad, dove si trovarono tracce del virus sui banchi in cui si tagliavano i salmoni che provenivano dal Nord Europa. Le autorità si appigliarono a questo episodio per controllare le importazioni alimentari, facendo persino il tampone ad alcuni salmoni, che tuttavia erano “sani”. Quindi, la loro attenzione si è poi spostata sugli imballaggi. Sotto accusa, di volta in volta, sono finiti contenitori utilizzati per la catena del freddo della carne di maiale tedesca o manzo argentino ecc. Su questi prodotti, spediti da circa una ventina di Paesi, e più precisamente su plastica e cartone imballaggi hanno rinvenuto tracce di Covid.
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Da allora gli esperti Oms non hanno ancora potuto fare visita al famigerato mercato di Wuhan. Da Ginevra, a luglio, giunsero in Cina un paio di studiosi Oms, ma trascorsero due delle tre settimane in Cina chiusi in albergo a Pechino per il periodo di isolamento. Anche se ora si è tornati a parlare di eseguire un’ispezione nel mercato, chiuso dal 1° gennaio, è chiaro che essendo ormai ampiamente disinfettato, non potrebbe fornire rilevazioni scientifiche utili sulle origini del Coronavirus. E sull’insistere da parte della Cina sulla catena del freddo come veicolo di contagio a Wuhan, Mike Ryan dell’Oms definisce la cosa “altamente speculativa e ipotetica“.
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