Circolo ricreativo nasconde in realtà giro di prostituzione

Ufficialmente si trattava di un circolo ricreativo, alla prima periferia sud della città di Parma. In realtà nascondeva un night con un ampio giro di prostituzione con donne italiane, romene, polacche e marocchine. Secondo le verifiche bancarie il giro d’affari solo nel 2020 avrebbe fruttato oltre 100mila euro.

Circolo ricreativo nasconde in realtà giro di prostituzione – Meteoweek

Questo quanto hanno scoperto i carabinieri del nucleo operativo, coordinati dalla Procura della Repubblica con il Pm Arienti, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai danni di quattro persone, tre parmigiani ed un reggiano.

Il circolo Apollo XI

Secondo l’accusa i quattro avrebbero costituito un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Le indagini, iniziate già nel 2016, era partite dalla testimonianza di una giovane ragazza di origini polacche che aveva deciso di cambiare vita e si era affidata alle forze dell’ordine. Lo scorso anno ulteriori indagini hanno portato alla scoperta di un giro di prostituzione consolidato. Al centro dell’indagine il circolo Apollo XI dove le ragazze risultavano ufficialmente associate al circolo ma dove in realtà avevano il compito di intrattenere i clienti in quattro vani adibiti a privé all’interno dei quali si consumavano i rapporti sessuali.

Circolo ricreativo nasconde in realtà giro di prostituzione – Meteoweek

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Le ragazze venivano selezione dall’organizzazione, per farle poi prostituire in varie regioni d’Italia e a Parma. Oltre al night, vi erano anche due appartamenti dove la giovani venivano ospitate. E un’auto che veniva utilizzata per trasportare le stesse al lavoro durante il giorno. I due gestori del locale sono finiti in carcere mentre gli altri due stretti collaboratori sono invece ora ai domiciliari. Tutti però, secondo quanto emerso nelle indagini, fornivano indicazioni precise alle ragazze su cosa dovessero fare all’interno del locale arrivando anche a minacciarle. L’attività è andata avanti anche durante il periodo del lockdown. I gestori, per evitare controlli, avevano solo anticipato l’orario di apertura al pomeriggio per il coprifuoco.

Marta Zelioli

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