Brexit, scade a giugno la domanda per ottenere la residenza. Migliaia di cittadini a rischio, tanti gli europei bloccati alla frontiera. Per lavoratori, studenti e turisti sarà necessario munirsi del visto.
Fissata al 30 giugno la scadenza, per i cittadini europei, per presentare la domanda per il “settled status“, ovvero la residenza permanente nel Regno Unito. Per ottenerla, i richiedenti devono essere in grado di dimostrare di aver vissuto in Gran Bretagna in maniera continuativa per almeno cinque anni. Altrimenti, è possibile puntare al “pre-settled status” (residenza provvisoria), per poi presentare la domanda di residenza permanente dopo appunto i cinque anni richiesti.
Risiedere nel Regno Unito senza avere uno di questi due status entro la fine di giugno risulterà illegale. Ma è anche alle frontiere che il Paese sta creando non pochi problemi ai cittadini europei che cercano di entrare. Sono oltre 3.200 cittadini europei a cui è stato rifiutato l’ingresso nel Regno Unito negli ultimi mesi. È successo anche a un turista italiano, manager d’albergo disoccupato a causa del Covid partito alla volta della contea irlandese di Kerry, dove vivono i parenti della moglie. Prima entrare nel tunnel sotto la Manica, al posto di confine, le autorità lo hanno trattato “come fosse un criminale”, trattenendolo per sette ore, fotografandolo e prendendogli le impronte. Turisti, lavoratori e studenti, nel caso in cui volessero entrare nel Regno Unito, dovranno dunque munirsi di un visto specifico.
Sono 320.000 i cittadini europei ancora in attesa di una decisione sullo status di residenza, mentre dal 1° luglio rischiano di finire un inghippo legale. Questo poiché, se non saranno in grado di dimostrare di avere diritto alla residenza, perderanno automaticamente i loro diritti, anche se la domanda è valida. A spiegarlo è Uk in a Changing Europe, che parla di una perdita immediata dell’assistenza sanitaria gratuita e di molti altri diritti. Sempre dalla stessa data, inoltre, i proprietari delle case e i datori di lavoro potranno essere multati (fino a 3.000 sterline i primi, fino a 15.000 sterline i secondi) se affittano gli immobili o assumono dipedenti che non hanno ottenuto uno dei due status.
In tal senso Jenny Gilruth, ministra scozzese per Cultura, Europa e sviluppo internazionale, sta cercando di spingere il ministero dell’Interno a prorogare la scadenza del Settlement Scheme, considerando che proprio in Scozia vivono migliaia di persone idonee che non hanno ancora fatto domanda di residenza.
Con la Brexit dunque per trasferirsi, viaggiare e studiare nel Regno Unito ogni cittadino straniero avrà bisogno di un visto specifico. Nel caso in cui le motivazioni dell’entrata nel Paese siano lavorative, sarà necessario avere almeno 70 punti per ottenere il visto. Punti, questi, che verranno dati al cittadino se rispetterà tre requisiti obbligatori: avere un’offerta di lavoro da uno sponsor riconosciuto dall’Home Office, conoscere la lingua inglese almeno a un livello B1, e avere un salario annuale non inferiore alle 25.600 sterline. Per ciò che riguarda i lavoratori altamente qualificati e il personale sanitario, invece, verranno attuate delle procedure preferenziali.
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Diversa la situazione per gli studenti. Chi ha intenzione di entrare nel Regno Unito per studiare e formarsi, infatti, dovrà risultare ammesso a un corso di laurea riconosciuto dall’Home Office, dimostrare di avere una buona conoscenza della lingua inglese e, non da ultimo, dimostrare di avere risorse sufficienti per mantenersi da vivere e per pagare le relative tasse universitarie.
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Nel caso dei viaggi di piacere, invece, il governo sta pensando di introdurre un visto digitale simile a quello già in vigore per i viaggi negli Stati Uniti e in Canada. Si chiamerà Electronic Travel Authorization (Eta), un’autorizzazione dunque che sarà possibile ottenere compilando un modulo online. Nel modulo dovranno essere indicate le date del soggiorno e la motivazione del viaggio, e una volta ottenuto il visto digitale si potrà soggiornare nel Regno Unito per un periodo massimo di tre mesi. Tale visto, comunque, parà verrà introdotto entro il 2024.
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