Non solo la Cina sedotta dal Made in Italy: la qualità che attira il mondo

Il made in Italy è il forziere del nostro Paese ed il suo export vale tanto, ma davvero tanto. Parliamo di almeno 135 miliardi. I mercati mondiali sono sempre voraci del made in Italy, ma la pandemia di Covid in che modo ha mutato questo fondamentale asset del paese?

Export Made in Italy (Pixabay)

Il Centro studi di Confindustria nel rapporto Esportare la Dolce Vita ha offerto un quadro piuttosto interessante. Il made in Italy piace è ben confezionato, ha gusto, ha storia e tradizione. Genera prodotti di qualità che piacciono e attirano la clientela mondiale.

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In questo studio ci si concentra molto sul cosiddetto “bello e ben fatto” vale a dire l’eccellenza sempre molto richiesta. Il BBF è naturalmente costituito di vari comparti ma principalmente parliamo di moda e cibo. In particolare le 3 effe di Fashion Food and Furniture valgono 114 miliardi di export. E si bari che questo valore è soltanto l’export verso i paesi avanzati. Le nazioni emergenti ci aggiungono altri 20 miliardi. Ma il BBF italiano non è qualcosa di statico, anzi il rapporto sottolinea che ci sono ben 82 miliardi di euro di margini di crescita.

Un mondo che cambia

Export Made in Italy in Cina (Pixabay)

Sarebbe erroneo immaginare che il fatto di parlare di prodotti di qualità in qualche modo li leghi in maniera indissolubile ai paesi ricchi. Tutt’altro: sono proprio i paesi emergenti a garantire il maggior slancio e dinamismo del made in Italy.

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Confindustria rimarca come la Cina abbia 265 milioni di cittadini con redditi e standard di consumo paragonabili a quelli dei paesi avanzati. Dunque la Cina è un mondo composito. E’ contemporaneamente paese avanzato e paese in crescita: più anime che coesistono in un gigante ricco e complesso. Un gigante con il quale costruire legami sempre più saldi.

Ma questa coesistenza di tipi di consumo diversi riguarda sempre più paesi del mondo.

Salvatore Dimaggio

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