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Politica

Il voto sul Green Pass spacca la maggioranza. Ma Salvini rassicura: “Il governo è saldo”

La maggioranza torna a spaccarsi sull’obbligo del Green Pass dopo che la Lega ha votato sì ad un emendamento di Fratelli d’Italia.

“Il governo è saldo, nessuna spaccatura”. A dirlo è Matteo Salvini, dopo il caos accaduto a Montecitorio sul voto al Decreto Green Pass. Al mattino, c’era stato un passo avanti sul decreto grazie ad un’accelerazione nel confronto fra i partiti ma la sera, durante il voto segreto, Mario Draghi e il governo hanno dovuto incassare il ritiro da parte di tutti i partiti della maggioranza degli emendamenti al decreto sul certificato verde in votazione alla Camera. Ciò consente al governo di non porre la fiducia sul provvedimento. In sostanza, la Lega ha votato a favore di un emendamento di Fratelli d’Italia che chiedeva la cancellazione dell’obbligatorietà del certificato verde nei ristoranti.

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La Lega prima si è dapprima astenuta sugli emendamenti al decreto presentati dalle opposizioni che miravano ad eliminare obbligo in vigore dallo scorso 6 agosto. Successivamente, ha dato credito ad un emendamento di Fdi, con Giorgia Meloni capofila, che chiede di togliere l’obbligo del green pass per mangiare al chiuso nei ristoranti. Proposte respinte da Pd, M5s, Forza Italia, Leu, Italia viva e Coraggio Italia. Ma non dalla Lega. Pronte le critiche da parte delle opposizioni con un Salvini, convinto, che garantisce la stabilità di un “governo a zero rischi”. Non sembra proprio così, dal momento che il voto d’accordo con le opposizioni ha dato modo agli alleati di alzare molto più che un polverone.

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I numeri

Ad annunciare il si della Lega è stato Dimitri Coin mentre, davanti ai 134 sì all’emendamento di Fdi, il deputato Fiano ha fatto i conti e ha spiegato: “Non alcuni esponenti ma, come dimostrano i numeri, tutta la Lega ha votato l’emendamento di Fdi e quindi contro il governo”, ha sottolineato. Del resto, se i favorevoli sono stati 134, i contrari 270 e i deputati dell’opposizione sono circa 50, il calcolo è piuttosto semplice. “134 voti sono in pratica la somma dei loro voti più quelli dell’opposizione. Irresponsabilità e incoerenza nei confronti del governo sono evidentemente le caratteristiche scelte da Salvini e dai suoi quando si affrontano gli argomenti più delicati per i cittadini”, ha proseguito.

E, se Giorgia Meloni esulta, lo stesso non fa Giuseppe Conte: “Non può essere che di fronte a una campagna vaccinale in atto una forza politica che ha addirittura una responsabilità di governo assuma tre atteggiamenti diversi nel giro di poche settimane. Non si può giocare sulla pelle dei cittadini”. Critiche anche dalla capogruppo dem Debora Serracchiani: “È un atto irresponsabile. Deve finire l’ambiguità di Salvini che in Consiglio dei ministri condivide le scelte del governo e poi in Parlamento lavora per cancellarli in accordo con Fratelli d’Italia. Salvini decida da quale parte stare, se in maggioranza o all’opposizione del governo Draghi. Giochini per convenienze di partito sono inaccettabili”, afferma mentre il capogruppo di Leu Federico Fornaro parla di una pugnalata a Mario Draghi. Per il ministro pentastellato Stefano Patuanellila Lega è diventata il partito del no” mentre il dem Enrico Borghi scrive sui social: “Quasi 100 parlamentari della maggioranza votano contro il governo. Ormai la doppiezza della Lega viene elevata a sistema. A questo punto la domanda e’ semplice: la Lega non ha piu’ fiducia in Draghi? Lo dica!”.

Ma Salvini tira dritto e non molla: “Non penso che il governo dipenda dal fatto che uno voglia andare al ristorante a mangiarsi la pizza con o senza il green pass. Penso che il governo abbia altre sfide ben più ambiziose rispetto a queste. Se ci sono proposte che noi condividiamo, da chiunque arrivino, noi le sosteniamo”. Insomma, maggioranza sì: ma fino a quando non si intoccano le esigenze particolaristiche e personali dei singoli partiti.

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