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Cronaca

Delitto Reggio Emilia, la nonna del killer:«Mio nipote deve pagare. So cosa si prova, mia figlia è morta così»

Mirko Genco ha assassinato l’ex compagna, Juana Cecilia Loayza. Anche la madre del killer fu vittima di femminicidio

Juana Cecilia, Mirko Genco-Meteoweek.com

La signora Daniela, 70 anni, nonna del killer di Juana Cecilia Loayza (uccisa in un parco a Reggio Emilia nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 novembre 2021) ha rilasciato un’intervista a Repubblica, in cui parla di suo nipote Mirko Genco. «Mio nipote deve pagare. Mi metto nei panni di quella mamma, ci sono passata anch’io, so cosa vuol dire. Chiedo perdono», ha detto la donna.

Genco era finito in manette due volte per stalking nei confronti di Juana Cecilia, e lo avevano condannato a due anni, pena poi sospesa, a patto che frequentasse un corso di rieducazione per uomini violenti. Ma è andato soltanto una volta. Ora è in carcere per omicidio, dopo la sua confessione.

La nonna è fortemente provata, è una vecchia ferita che si riapre, perché nel 2015 sua figlia Alessia Della Pia, madre di Mirko, fu assassinata a 39 anni dall’ex compagno, fuggito in Tunisia dopo aver commesso il femminicidio.

«L’ammazzò di botte, brutalmente. Mirko non parlava mai di lei. Diceva solo che voleva andare in Tunisia e ammazzare l’uomo che aveva ucciso sua madre. ‘Prima o poi lo beccherò’, diceva. Invece la vita è andata in un altro modo: Mia figlia era la vittima. Ora mio nipote è il carnefice», dice affranta Daniela.

Juana Cecilia Loayza-Meteoweek.com

La sera in cui Mirko ha ucciso Juana, «è uscito con i suoi amici. È tornato al mattino, poi è andato a lavorare. Sembrava normale. Invece aveva già fatto tutto». Daniela e suo marito Pietro hanno cresciuto Mirko, che gli ha dato del filo da torcere negli anni, perla sua vita turbolenta: «Noi gli abbiamo fatto da genitori, più che da nonni. In passato è stato in comunità, poi a 18 anni lo abbiamo ripreso. Per noi è sempre stato come un figlio. Non riesco ancora a capire come sia possibile…». 

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La donna non riesce a non pensare al dolore della madre di Juana che era giunta dal Perù per stare con la figlia e col nipote di un anno e mezzo. «Cosa le direi? Ho chiesto perdono ma so che non me lo concederà mai, mi metto nei suoi panni. Siamo molto provati, non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere», chiosa la donna.

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