Per l’accusa avrebbe ottenuto le dimissioni di un consigliere comunale in cambio dell’assunzione del figlio.
La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta: oggi sono partite le perquisizioni e gli avvisi di garanzia.
Indagato per corruzione l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. La procura di Milano ha aperto una inchiesta sulle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Francesco Acri. Dimissioni che secondo l’accusa sarebbero arrivate per lasciare il posto a Giangiacomo Calovini, considerato appartenente alla corrente politica di Fidanza.
Acri si era dimesso nel luglio 2021 «per motivi personali» dal suo posto di consigliere comunale. In sua vece era subentrato in automatico il primo dei non eletti: Giangiacomo Calovini, appunto. Ma secondo l’ipotesi di reato contestata dai pm Cristiana Roveda e Giovanni Polizzi, Acri si sarebbe dimesso non per motivi personali, ma per motivi ‘familiari’. Lo avrebbe fatto in cambio di un posto di assistente parlamentare garantito al figlio ventenne – e con un percorso scolastico difficoltoso – dall’europarlamentare Carlo Fidanza. Quest’ultimo avrebbe avuto interesse all’entrata di Calovini in Consiglio comunale a Brescia per guadagnare peso nell’accesa disputa tra le fazioni interne a Fratelli d’Italia.
Per questo oggi le Fiamme Gialle hanno eseguito perquisizioni nei confronti di Acri e del figlio e hanno consegnato a Fidanza un avviso di garanzia. L’inchiesta è un filone autonomo rispetto all’indagine per finanziamento illecito e riciclaggio sulla presunta ‘lobby nera’ dello scorso autunno, partita dopo l’indagine giornalistica di Fanpage sui presunti fondi neri per la campagna elettorale di Fdi per le ultime elezioni amministrative di Milano. Nell’ottobre 2021 Fidanza si era autosospeso da capo delegazione del partito di Giorgia Meloni a Bruxelles dopo essere stato indagato (assieme al «barone nero» Roberto Jonghi Lavarini).
«Ho appreso con sorpresa di questa nuova indagine, che pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla procura di Brescia nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un’inchiesta giornalistica di Fanpage», ha commentato Fidanza. «Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno».
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