Baby minatori costretti a lavorare in tunnel pericolanti per 2 dollari al giorno. Alcune famiglie di bambini congolesi, insieme ad un’ong locale, hanno denunciato alcune tech company come Apple, Google, Dell, Microsoft e Tesla, per sfruttamento lavorativo chiedendo rimborsi
Secondo fonti Ansa, alcune famiglie congolesi hanno aperto una causa con Apple, Google, Dell, Microsoft e Tesla, con l’accusa di essere implicati nella morte o mutilazione di minorenni.
Questi erano obbligati a lavorare in condizioni rischiose nelle miniere di cobalto, utilizzato nella loro catena di forniture per le batterie con cui si ricaricano smartphone, Pc ed auto elettriche.
Lo scrive il Guardian, secondo il quale è la prima volta in cui le tech company si trovano davanti ad un’azione legale di questo genere.
La causa è stata portata a Washington Dc da International Rights Advocates, Organizzazione non Governativa locale, per conto di 14 genitori e bimbi congolesi.
Le famiglie chiedono un risarcimento per lavori forzati ed altri rimborsi per ingiusto arricchimento, supervisione negligente, imposizione intenzionale di stress emotivo.
Nella denuncia si espone che le tech company sopracitate incoraggerebbero compagnie minerarie come la Glencore nello sfruttamento del lavoro minorile, pagando i baby minatori solo due dollari al giorno e facendoli lavorare in condizioni di alto rischio, come in dei tunnel sotterranei che molto frequentemente crollano.
Nel mondo ci sono 152 milioni di bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni (la stima è di uno su dieci), che sono vittime di sfruttamento lavorativo.
Di questi, circa la metà (73 milioni), sono costretti a lavori molto duri e pericolosi, che ne mettono a grande rischio la vita e la salute, con gravi risvolti anche sul piano psicologico.
Quasi la metà del totale, 72 milioni si trova in Africa, con Mali, Nigeria, Guinea Bissau e Ciad che registrano le percentuali più alte di minori tra i 5 e i 17 anni, coinvolti nel lavoro sottopagato. In questi Paesi, infatti, lavora più di un bambino su 2.
Nel 2000 il lavoro minorile coinvolgeva 246 milioni di bambine e bambini, 94 milioni in più rispetto a oggi: un progresso importante negli ultimi vent’anni che però non ha segnato la fine di questo sfruttamento che resta una piaga umana e sociale da sanare.
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